«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gv 8,12

«Yo soy la luz del mundo. El que me sigue no andará en tinieblas, sino que tendrá la luz de la Vida». Jn 8,12

L'inferno esiste- El infierno existe y es eterno

L'inferno esiste- El infierno existe y es eterno
clic sull'immagine- clic sobre la imagen

lunedì 25 novembre 2019

Risposta di una donna cattolica a Costanza Miriano su quello che le donne vorrebbero dire.





Gentile Signora Costanza Miriano;

Sono una donna cattolica che riceve frequentemente i sacramenti (messa ogni giorno), e che nella recita quotidiana del Santo Rosario trova le forze per affrontare la vita.

Non condivido l’opinione di Lilli Gruber. Ma sono molto sorpresa anche della semplificazione che lei fa di questi problemi, il suo parere non è quello che io vorrei dire, perciò non mi indentifico con il titolo del suo articolo: “Quello che le donne vorrebbero dire”, neppure con il suo pensiero.

Mi sorprende leggere che lei dica che bastano le denunce, quando ci sono tanti femminicidi, in cui sono state uccise donne che non sono state protette nonostante le loro denunce.   Mi meraviglia anche la leggerezza con cui lei afferma che non esisterebbe il problema degli stipendi più bassi per il lavoro fatto da una donna in confronto con quello di un uomo che fa lo stesso lavoro, perché mancano prove obiettive. Eppure ci sono molte donne che affermano di aver patito per quella situazione. Giacché essendo quella una discriminazione illegale, si cerca di occultarla, facendo così più difficile il suo accertamento.

Dato che lei ha parlato di Giovanni Paolo II trascrivo questo brano  della sua LETTERA APOSTOLICA MULIERIS DIGNITATEM (Dignità della donna) :

“La descrizione biblica del Libro della Genesi delinea la verità circa le conseguenze del peccato dell'uomo, come indica, altresì, il turbamento  di quell'originaria relazione tra l'uomo e la donna che corrisponde alla dignità personale di ciascuno di essi. L'uomo, sia maschio che femmina, è una persona e, dunque, «la sola creatura che sulla terra Dio abbia voluto per se stessa»; e nello stesso tempo proprio questa creatura unica e irripetibile «non può ritrovarsi se non mediante un dono sincero di sé». Da qui prende inizio il rapporto di «comunione», nella quale si esprimono l'«unità dei due» e la dignità personale sia dell'uomo che della donna. Quando dunque leggiamo nella descrizione biblica le parole rivolte alla donna: «Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà» (Gen 3, 16), scopriamo una rottura e una costante minaccia proprio nei riguardi di questa «unità dei due», che corrisponde alla dignità dell'immagine e della somiglianza di Dio in ambedue. Tale minaccia risulta, però, più grave per la donna. Infatti, all'essere un dono sincero, e perciò al vivere «per» l'altro subentra il dominio: «Egli ti dominerà». Questo «dominio» indica il turbamento e la perdita della stabilità di quella fondamentale eguaglianza, che nell'«unità dei due» possiedono l'uomo e la donna: e ciò è soprattutto a sfavore della donna, mentre soltanto l'eguaglianza, risultante dalla dignità di ambedue come persone, può dare ai reciproci rapporti il carattere di un'autentica «communio personarum». Se la violazione di questa eguaglianza, che è insieme dono e diritto derivante dallo stesso Dio Creatore, comporta un elemento a sfavore della donna, nello stesso tempo essa diminuisce anche la vera dignità dell'uomo. Tocchiamo qui un punto estremamente sensibile nella dimensione di quell'«ethos» che è inscritto originariamente dal Creatore già nel fatto stesso della creazione di ambedue a sua immagine e somiglianza”.

Come dice il grandissimo Papa Santo, Giovanni Paolo II, per il peccato si è rotta l’originale relazione tra uomo e donna che corrisponde alla dignità personale dell’uno e dell’altra, dato che sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio ambedue.   Questo comporta un turbamento nella relazione di comunione tra di loro, soprattutto a sfavore della donna. È questo un punto che spesso si dimentica, anche dalle donne che trovano così normale quelle situazioni ingiuste, che non se ne accorgono nemmeno che ci sono.

Molte donne che dicono di parlare con la voce delle donne, non vedono questo problema, e sono spesso durissime nel criticare le altre donne, invece di comprenderle e aiutarle a trovare la via giusta, segnalando e cercando di cambiare questo squilibrio che si presenta come una conseguenza del peccato nelle famiglie e nella società. 

 Temo addirittura che presentata la donna cattolica in questo modo, si crei un impedimento per aiutare la conversione di molte donne che patiscono tanti dolori per queste ingiustizie.

Devo ammettere che in passato ero rimasta perplessa  con il suo libro  “Sposati e sii sottomessa”.  Ma grazie a Dio, ho trovato sollievo, nella LETTERA APOSTOLICA MULIERIS DIGNITATEM   di Giovanni Paolo II   che ha trattato e spiegato chiaramente questo tema in questo modo: “La sfida, però, dell'«ethos» della redenzione è chiara e definitiva. Tutte le ragioni in favore della «sottomissione» della donna all'uomo nel matrimonio debbono essere interpretate nel senso di una «reciproca sottomissione» di ambedue «nel timore di Cristo». La misura del vero amore sponsale trova la sua sorgente più profonda in Cristo, che è lo Sposo della Chiesa, sua Sposa”.

Giovanni Paolo II ci dice anche come superare questa cattiva eredità del peccato a sfavore delle donne, che ha conseguenze ingiuste nelle famiglie e nella società:

Perciò, anche la giusta opposizione della donna di fronte a ciò che esprimono le parole bibliche: «Egli ti dominerà» (Gen 3, 16) non può a nessuna condizione condurre alla «mascolinizzazione» delle donne. La donna - nel nome della liberazione dal «dominio» dell'uomo - non può tendere ad appropriarsi le caratteristiche maschili, contro la sua propria «originalità» femminile. Esiste il fondato timore che su questa via la donna non si «realizzerà», ma potrebbe invece deformare e perdere ciò che costituisce la sua essenziale ricchezza. Si tratta di una ricchezza enorme. Nella descrizione biblica l'esclamazione del primo uomo alla vista della donna creata è un'esclamazione di ammirazione e di incanto, che attraversa tutta la storia dell'uomo sulla terra.
Le risorse personali della femminilità non sono certamente minori delle risorse della mascolinità, ma sono solamente diverse. La donna dunque - come, del resto, anche l'uomo - deve intendere la sua «realizzazione» come persona, la sua dignità e vocazione sulla base di queste risorse, secondo la ricchezza della femminilità, che ella ricevette nel giorno della creazione e che eredita come espressione a lei peculiare dell'«immagine e somiglianza di Dio». Solamente su questa via può essere superata anche quell'eredità del peccato che è suggerita dalle parole della Bibbia: «Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». Il superamento di questa cattiva eredità è, di generazione in generazione, compito di ogni uomo, sia donna che uomo. Infatti, in tutti i casi nei quali l'uomo è responsabile di quanto offende la dignità personale e la vocazione della donna, egli agisce contro la propria dignità personale e la propria vocazione”.


Cordiali saluti. Dio la benedica.

ML



Nessun commento:

Coroncina alla Divina Misericordia

Coroncina della Divina Misericordia
(Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska): “Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina” (Diario, 848). “Con essa otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla mia volontà”. (Diario, 1731). “Recita continuamente la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, otterrà tanta Misericordia nell’ora della morte. ” Gesù ha raccomandato di recitare la coroncina a qualsiasi ora ma in particolare nell'ora della propria morte, ossia le 3 del pomeriggio, che Lui stesso ha chiamato un'ora di grande misericordia per il mondo intero. "In quell'ora dice Gesù non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione" (Diario, 687)..

Coronilla de la Divina Misericordia

Coronilla de la Divina Misericordia
(Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska)“Por el rezo de este Rosario, me complace dar todo lo que me pidan. Quien lo rece, alcanzará gran Misericordia en la hora de su muerte. Aunque sea un pecador empedernido, si reza este Rosario, aunque sea una sola vez, logrará la gracia de mi infinita Misericordia”.“Si se reza este Rosario delante de los moribundos, se calma la ira de Dios, y su insondable Misericordia se apodera de su alma. Cuando recen este Rosario al lado del moribundo, me pondré entre el Padre y el alma moribunda, no como justo Juez, sino como Redentor Misericordioso”.

"Se stai cercando Dio e non sai da che parte cominciare, impara a pregare e assumiti l'impegno di farlo ogni giorno..."(Teresa di Calcutta)

Si estás buscando a Dios y no sabes como empezar, aprende a rezar, asume el compromiso de hacerlo cada día...(Teresa de Calcuta)

Apparizioni di Garabandal: Un avviso, un miracolo, un castigo (clic sull'immagine)

Apariciones de Garabandal: Un Aviso, un Milagro, un Castigo (Clic sobre la imagen)

Lettori fissi - Lectores fijos