È sul web da un paio di mesi ma è già fra i più cliccati: si chiama Vatican Wars, un gioco che permette di salire al soglio pontificio. L’obiettivo: rivoluzionare la Chiesa o imporre una linea conservatrice.
Giuseppe Bottero
Torino
Un click per iscriversi, uno per scegliere in quale squadra entrare. Al terzo la sfida è iniziata, e che sfida: diventare Papa, anche se solo nel mondo virtuale. Il gioco si chiama “Vatican Wars”, è in rete da un paio di mesi ed è già entrato nella classifica dei più cliccati su Facebook: gratuito, funziona soltanto online, senza bisogno del cd. E’ sul social network che si può competere con utenti da tutto il mondo: l’obiettivo, naturalmente, è salire al soglio pontificio. Ma la cyber-strada che porta a San Pietro è lastricata di imprevisti e ostacoli.
I giocatori sono divisi in due squadre: Templari e Crociati, in base alle convinzioni etiche e morali e, soprattutto, all'obiettivo: rivoluzionare la Chiesa o imporre una linea conservatrice. Ogni partecipante deve districarsi tra imboscate su temi scivolosi - dall'aborto ai diritti in campo bioetico - e conoscere il calendario liturgico, i santi del giorno, qualche nozione di teologia. Vince chi ha le idee più chiare, chi ha una visione e riesce ad imporla alle migliaia di iscritti. «Prima di lanciare il gioco - spiega Cheyenne Ehrlich, fondatore della Sgr, la compagnia che ha prodotto il videogame- abbiamo fatto moltissimi sondaggi tra i cattolici, ed è stato sorprendente scoprire che l’ottanta per cento di loro ha sostenuto la nostra impresa».
Le reazioni, per ora, sono positive e stanno funzionando da sondaggio - informale finché si vuole - per capire le posizioni del mondo cattolico, anche se su Facebook c'è chi critica l'ambientazione gotica: un mondo troppo lontano da quello attuale, in cui il Papa naviga su Twitter e la messa domenicale è a portata di iPad. «Sarà interessante verificare- continua Ehrlich- quale tipo di Papa preferisca la gente».
E’ una relazione complicata quella tra il Vaticano e i videogiochi. Benedetto XVI è stato il primo, alla “Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali” del 2007, a puntare il dito contro i programmi che «in nome del divertimento esaltano la violenza, riflettono comportamenti anti-sociali o volgarizzano la sessualità umana» e i produttori che per inseguire una «competitività commerciale» si riducono «ad abbassare gli standard». Eppure, dalle app per la Giornata Mondiale della Gioventù alle pagine social del Vaticano, è proprio da Ratzinger che è arrivata la svolta hi-tech. «Benedetto XVI- dice orgoglioso Don Diego Goso, uno dei primi sacerdoti italiani a sbarcare online già dieci anni fa- ha invertito una tendenza: prima l’interattività era considerata una perdita di tempo. Grazie a lui è cambiato tutto». I videogame sono entrati anche in seminario e “Priestville”, con trentamila iscritti, fa la parte del leone: i giocatori devono creare una comunità, gestirla al meglio, coinvolgere i fedeli. Un’anteprima - seduti davanti al computer- della vita che verrà.
Il Gioco si trova in Facebook in questo link http://www.facebook.com/apps/application.php?id=202047876500644&ref=nf
Jugar al Papa en Internet
Está en Internet desde hace un par de meses y es uno de los que recibe más clicks. Se llama Vatican Wars, un juego que permite ocupar el solio pontificio. El objetivo: revolucionar la Iglesia o imponer una línea conservadora.
Giuseppe Bottero Turín
Un click para inscribirse, otro para seleccionar en cuál equipo jugar. La tercera vez que se hace click, comienza el desafío: convertirse en Papa, aunque sólo en el mundo virtual. El juego se llama "Vatican Wars", está en la red desde hace un par de meses y ha ya entrado en la clasificación de los más visitados en Facebook: gratuito, funciona solamente en línea y no necesita ningún CD. Se encuentra en el social network y se puede competir con usuarios de todo el mundo: el objetivo, naturalmente, es acceder al solio pontificio. Pero el camino cibernético que lleva a San Pedro está lleno de imprevistos y de obstáculos.
Los jugadores se dividen en dos equipos: Templarios y Cruzados, dependiendo de las convicciones éticas y morales, y sobre todo, del objetivo: revolucionar la Iglesia o imponer una línea conservadora. Cada participante tiene que moverse entre emboscadas en medio de temas escabrosos -desde el aborto a los derechos en el campo de la bioética- y conocer el calendario litúrgico, los santos del día y alguna noción de Teología. El ganador será quien tenga las ideas más claras, quien tenga una visión y consiga imponerla a miles de inscritos. «Antes de lanzar el juego -explica Cheyenne Ehrlich, fundador de SGR, la compañía que produjo el videojuego- hicimos muchos sondeos entre los católicos, y fue sorprendente descubrir que el ochenta por ciento de ellos apoyaba nuestro proyecto».
Las reacciones por el momento son positivas y, según indican los sondeos -informales si se quiere-, están funcionando las posiciones del mundo católico, aunque haya en Facebook quien critique la ambientación gótica: un mundo que está demasiado lejos del mundo actual, en el que el Papa navega en Twitter y la misa del domingo se puede seguir desde un iPad. «Será interesante saber -sigue diciendo Ehlich- qué tipo de Papa prefiere la gente».
Es una relación complicada la que hay entre el vaticano y los videojuegos. Benedicto XVI fue el primero, durante la Jornada Mundial de las Comunicaciones Sociales de 2007, que señaló con el dedo los programas que, «en nombre de la diversión, exaltan la violencia, reflejan comportamientos antisociales o vulgarizan la sexualidad humana» y a los productores que, para perseguir una «competitividad comercial», se reducen «a reducir los estándares». Sin embargo, desde las aplicaciones de la Jornada Mundial de la Juventud hasta las páginas sociales del Vaticano, la revolución hi-tech ha llegado de manos del mismo Ratzinger. «Benedicto XVI –dice orgulloso don Diego Goso, uno de los primeros sacerdotes italianos que apareció en línea hace ya 10 años– ha invertido una tendencia: antes la interactividad se consideraba una pérdida de tiempo. Gracias a él ha cambiado todo». Los videojuegos han entrado también en el seminario y "Priestville", con treinta mil inscritos, es el primero de la clasificación: los jugadores tienen que crear una comunidad, administrarla bien y motivar a los fieles. Una probadita de la vida del futuro.
El juego se encuentra en esta dirección en Facebook http://www.facebook.com/apps/application.php?id=202047876500644&ref=nf
Ciao cara Mirta è proprio vero siamo nel mondo della virtualità, tutto oggi è possibile.
RispondiEliminaBuona giornata cara amica.
Tomaso
onestamente non lo so se questo gioco sia una buona cosa, non lo conosco e io con i giochi non ho un buon rapporto tale da riuscire a conoscerlo bene anche se mi ci applicassi. è vero che tutto si deve adeguare ai tempi e anche il Santo Padre apprezza i lati positivi di internet... ma il mondo non è virtuale così come non lo sono le persone che lo popolano, anche quelle che popolano internet!
RispondiEliminabuona giornata amica cara! mi sono presa un po' di pausa per passare a leggerti e a salutarti ed ora... si torna al lavoro!
un argomento che occorre molta riflessione. Non mi sento per il momento di esprimermi...ci penso.
RispondiEliminaUnsalutone Mirtina.ciaooo
Caro Tomaso è vero oggi si possono fare tante cose virtuali.
RispondiEliminaCome dice Renata è vero che non si trata della vita, ma questi giochi sono solo instrumenti per me didattici, si possono usare per insegnare in un modo più attraente e realistico.
Grazie Carla della tua visita!!!
Un abbraccio per tutti!!!