«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gv 8,12

«Yo soy la luz del mundo. El que me sigue no andará en tinieblas, sino que tendrá la luz de la Vida». Jn 8,12

L'inferno esiste- El infierno existe y es eterno

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lunedì 23 gennaio 2017

Benedetto XVI e il Concilio Vaticano II - Benedicto XVI y el Concilio Vaticano II






“La Chiesa è, tanto prima quanto dopo il Concilio, la stessa Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica in cammino attraverso i tempi” (Benedetto XVI) qua


"La Iglesia es, antes como después del Concilio, la misma Iglesia, una, santa, cátólica y apostólica en camino a través de los tiempos" (Benedicto XVI)


El texto en español está abajo

"siamo alla vigilia del giorno in cui celebreremo i cinquant’anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e l’inizio dell’Anno della fede. Con questa Catechesi vorrei iniziare a riflettere - con qualche breve pensiero - sul grande evento di Chiesa che è stato il Concilio, evento di cui sono stato testimone diretto. Esso, per così dire, ci appare come un grande affresco, dipinto nella sua grande molteplicità e varietà di elementi, sotto la guida dello Spirito Santo. E come di fronte a un grande quadro, di quel momento di grazia continuiamo anche oggi a coglierne la straordinaria ricchezza, a riscoprirne particolari passaggi, frammenti, tasselli.

Il Beato Giovanni Paolo II, alle soglie del terzo millennio, scrisse: «Sento più che mai il dovere di additare il Concilio come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre» (Lett. ap. Novo millennio ineunte, 57). Penso che questa immagine sia eloquente. I documenti del Concilio Vaticano II, a cui bisogna ritornare, liberandoli da una massa di pubblicazioni che spesso invece di farli conoscere li hanno nascosti, sono, anche per il nostro tempo, una bussola che permette alla nave della Chiesa di procedere in mare aperto, in mezzo a tempeste o ad onde calme e tranquille, per navigare sicura ed arrivare alla meta" Benedetto XVI Udienza generale Mercoledì, 10 ottobre 2012, per saperne di più qua 




"Etrambi, lefebvriani e cattoprogressisti, hanno in Ratzinger e Wojtyla i loro avversari perché questi due grandi papi e uomini di Dio hanno indicato la vera interpretazione del Concilio, come una riforma nella continuità.

Io sono un convintissimo sostenitore dell’ermeneutica dei due grandi papi, che poi è l’ermeneutica della Chiesa Cattolica. Ritengo cioè che il Concilio Vaticano II sia uno dei tanti Concili della Chiesa, DA LEGGERE DUNQUE DENTRO TUTTA LA SUA TRADIZIONE.

Cosicché anche eventuali punti critici (e pure io ne ho rilevati diversi) o espressioni che si prestano a interpretazioni sbagliate (perché si scelse di scrivere quei testi in uno stile letterario molto bello, ma che è suscettibile di forzature), trovano nel Magistero di sempre della Chiesa la loro giusta lettura e correzione.

I pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno provvidenzialmente corretto le interpretazioni “moderniste” che avevano portato – fra l’altro – anche ai noti e tristissimi abusi liturgici.

In questo senso viva il Concilio che ci è stato fatto conoscere e apprezzare da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI" (Antonio Socci, Viva il Concilio cattolicamente interpretatoqua).




"Benedetto XVI si è soffermato anche sul Concilio Vaticano II dicendo che «noi siamo la Chiesa, tutti insieme, non una struttura. Ma noi cristiani siamo il corpo della Chiesa». Ha ricordato le discussioni sul concetto di “collegialità” nella Chiesa affermando che nei lavori conciliari ci fu su questo tema «una discussione esagerata, forse accanita». Ma, ha chiarito, «non si è trattato di una lotta di potere ma una ricerca di completezza nel corpo della Chiesa» affermando che i vescovi sono «elemento portante della Chiesa». C’è ancora «molto da fare per arrivare ad una lettura delle Sacre Scritture nello spirito del Concilio, non è ancora completa».
Il Papa ha pronunciato parole chiarissime spiegando che c’è stato un concilio dei padri, ma anche uno dei media. Mentre il primo «si realizzava all’interno della fede, cercando di rispondere alla sfida di Dio», il secondo («il concilio dei giornalisti», lo ha definito) è rimasto «dentro le categorie dei media, fuori dalla fede, dentro una lotta politica e di potere tra diverse correnti dentro la Chiesa». E i media lo hanno «letto entro questa lettura, confacente al mondo loro». Per loro «la parte da approvare era quella sul potere. E sappiamo che c’erano traduzioni e banalizzazioni» che negli anni «sono state violente nella prassi dell’applicazione della riforma liturgica. E così anche nella scrittura storica del libro».
Questo concilio dei media «ha creato tante calamità e problemi, miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata». Il Papa ha poi detto che, a causa di queste lettura errata, «il vero concilio ha avuto difficoltà a realizzarsi perché quello virtuale pareva più forte di quello reale». Ma, oggi, quello reale ha più forza» e quello virtuale si è rivelato vano: «Si rompe e si perde». Per questo «il nostro compito in questo Anno della Fede è lavorare perché il vero concilio si realizzi. Speriamo che il signore ci aiuti. Io sarò sempre con voi, andiamo avanti col Signore. Vince il Signore» "  Articoli di Tempiqua e qua




"Vorrei adesso aggiungere ancora un terzo punto: c’era il Concilio dei Padri – il vero Concilio –, ma c’era anche il Concilio dei media. Era quasi un Concilio a sé, e il mondo ha percepito il Concilio tramite questi, tramite i media. Quindi il Concilio immediatamente efficiente arrivato al popolo, è stato quello dei media, non quello dei Padri. E mentre il Concilio dei Padri si realizzava all’interno della fede, era un Concilio della fede che cerca l’intellectus, che cerca di comprendersi e cerca di comprendere i segni di Dio in quel momento, che cerca di rispondere alla sfida di Dio in quel momento e di trovare nella Parola di Dio la parola per oggi e domani, mentre tutto il Concilio – come ho detto – si muoveva all’interno della fede, come fides quaerens intellectum, il Concilio dei giornalisti non si è realizzato, naturalmente, all’interno della fede, ma all’interno delle categorie dei media di oggi, cioè fuori dalla fede, con un’ermeneutica diversa. Era un’ermeneutica politica: per i media, il Concilio era una lotta politica, una lotta di potere tra diverse correnti nella Chiesa. Era ovvio che i media prendessero posizione per quella parte che a loro appariva quella più confacente con il loro mondo. C’erano quelli che cercavano la decentralizzazione della Chiesa, il potere per i Vescovi e poi, tramite la parola “Popolo di Dio”, il potere del popolo, dei laici. C’era questa triplice questione: il potere del Papa, poi trasferito al potere dei Vescovi e al potere di tutti, sovranità popolare. Naturalmente, per loro era questa la parte da approvare, da promulgare, da favorire. E così anche per la liturgia: non interessava la liturgia come atto della fede, ma come una cosa dove si fanno cose comprensibili, una cosa di attività della comunità, una cosa profana. E sappiamo che c’era una tendenza, che si fondava anche storicamente, a dire: La sacralità è una cosa pagana, eventualmente anche dell’Antico Testamento. Nel Nuovo vale solo che Cristo è morto fuori: cioè fuori dalle porte, cioè nel mondo profano. Sacralità quindi da terminare, profanità anche del culto: il culto non è culto, ma un atto dell’insieme, della partecipazione comune, e così anche partecipazione come attività. Queste traduzioni, banalizzazioni dell’idea del Concilio, sono state virulente nella prassi dell’applicazione della Riforma liturgica; esse erano nate in una visione del Concilio al di fuori della sua propria chiave, della fede. E così, anche nella questione della Scrittura: la Scrittura è un libro, storico, da trattare storicamente e nient’altro, e così via.

Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi, questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata … e il vero Concilio ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a realizzarsi; il Concilio virtuale era più forte del Concilio reale. Ma la forza reale del Concilio era presente e, man mano, si realizza sempre più e diventa la vera forza che poi è anche vera riforma, vero rinnovamento della Chiesa. Mi sembra che, 50 anni dopo il Concilio, vediamo come questo Concilio virtuale si rompa, si perda, e appare il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale. Ed è nostro compito, proprio in questo Anno della fede, cominciando da questo Anno della fede, lavorare perché il vero Concilio, con la sua forza dello Spirito Santo, si realizzi e sia realmente rinnovata la Chiesa. Speriamo che il Signore ci aiuti. Io, ritirato con la mia preghiera, sarò sempre con voi, e insieme andiamo avanti con il Signore, nella certezza: Vince il Signore! Grazie!" Benedetto XVI, qua 




"Estamos en la víspera del día en que celebraremos los cincuenta años de la apertura del concilio ecuménico Vaticano II y el inicio del Año de la fe. Con esta Catequesis quiero comenzar a reflexionar —con algunos pensamientos breves— sobre el gran acontecimiento de Iglesia que fue el Concilio, acontecimiento del que fui testigo directo. El Concilio, por decirlo así, se nos presenta como un gran fresco, pintado en la gran multiplicidad y variedad de elementos, bajo la guía del Espíritu Santo. Y como ante un gran cuadro, de ese momento de gracia incluso hoy seguimos captando su extraordinaria riqueza, redescubriendo en él pasajes, fragmentos y teselas especiales.

El beato Juan Pablo II, en el umbral del tercer milenio, escribió: «Siento más que nunca el deber de indicar el Concilio como la gran gracia que la Iglesia ha recibido en el siglo XX. Con el Concilio se nos ha ofrecido una brújula segura para orientarnos en el camino del siglo que comienza» (Novo millennio ineunte, 57). Pienso que esta imagen es elocuente. Los documentos del concilio Vaticano II, a los que es necesario volver, liberándolos de una masa de publicaciones que a menudo en lugar de darlos a conocer los han ocultado, son, incluso para nuestro tiempo, una brújula que permite a la barca de la Iglesia avanzar mar adentro, en medio de tempestades o de ondas serenas y tranquilas, para navegar segura y llegar a la meta" Benedicto XVI, para leer todo acá.






"INÉDITO DEL SANTO PADRE BENEDICTO XVI
PUBLICADO CON OCASIÓN DEL 50 ANIVERSARIO
DE LA APERTURA DEL CONCILIO VATICANO II
Fue un día espléndido aquel 11 de octubre de 1962, en el que, con el ingreso solemne de más de dos mil padres conciliares en la basílica de San Pedro en Roma, se inauguró el concilio Vaticano II. En 1931 Pío XI había dedicado este día a la fiesta de la Divina Maternidad de María, para conmemorar que 1500 años antes, en 431, el concilio de Éfeso había reconocido solemnemente a María ese título, con el fin de expresar así la unión indisoluble de Dios y del hombre en Cristo. El Papa Juan XXIII había fijado para ese día el inicio del concilio con la intención de encomendar la gran asamblea eclesial que había convocado a la bondad maternal de María, y de anclar firmemente el trabajo del concilio en el misterio de Jesucristo. Fue emocionante ver entrar a los obispos procedentes de todo el
mundo, de todos los pueblos y razas: era una imagen de la Iglesia de Jesucristo que abraza todo el mundo, en la que los pueblos de la tierra se saben unidos en su paz" , Benedicto XVI, leer todo acá.




"in discurso escrito y sin detenerse, el Papa habló durante casi una hora de una de las cuestiones más importantes de su pontificado: la hermenéutica de la ruptura o de la continuidad con la que hay que considerar el Concilio Vaticano II. Un debate que ha surgido continuamente durante estos ocho años de pontificado, y que se hizo especialmente agudo con el intento de superar el cisma de Lefebvre y el Motu Proprio Summorum pontificum sobre el usus antiquor de la misa.
Este papa, testigo excepcional de los debates conciliares, en los que participó como experto invitado por el cardenal de Colonia – el mismo contó algunas divertidas anécdotas sobre ello –, desgranó uno a uno los temas de mayor controversia: la cuestión litúrgica, la eclesiología, el estudio de la Escritura y la relación con el mundo contemporáneo.

Pero ante todo, subrayó que no se trató de una ruptura con la tradición, y lo hizo recordando uno de los gestos más significativos del Concilio, cuando los Padres conciliares rechazaron los textos preparados con anterioridad por el Sínodo romano, y se lanzaron a un debate profundo sobre la Iglesia: no fue un acto revolucionario, subrayó, sino de conciencia.

Muchos sectores de la Iglesia en aquellos momentos, recordó el Papa, eran conscientes de su propio anquilosamiento ante los retos del mundo contemporáneo. La Iglesia, afirmó, rememorando los sentimientos de aquella época, no debía ser un ente del pasado, sino la fuerza del futuro", Benedicto XVI, leer todo acá.



3 commenti:

  1. Que suerte haber sido testigo de esta gran acontecimiento de la Iglesia, ya me hubiera gusdtado a mí serlo también.Besicos

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  2. Cara Mirta, sono passato per augurarti una buona settimana.
    Poi sei invitata anche tu per il brindisi delle mie nozze di diamante.
    Ciao e buona giornata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina


Grazie per la visita.
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Coroncina alla Divina Misericordia

Coroncina della Divina Misericordia
(Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska): “Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina” (Diario, 848). “Con essa otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla mia volontà”. (Diario, 1731). “Recita continuamente la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, otterrà tanta Misericordia nell’ora della morte. ” Gesù ha raccomandato di recitare la coroncina a qualsiasi ora ma in particolare nell'ora della propria morte, ossia le 3 del pomeriggio, che Lui stesso ha chiamato un'ora di grande misericordia per il mondo intero. "In quell'ora dice Gesù non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione" (Diario, 687)..

Coronilla de la Divina Misericordia

Coronilla de la Divina Misericordia
(Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska)“Por el rezo de este Rosario, me complace dar todo lo que me pidan. Quien lo rece, alcanzará gran Misericordia en la hora de su muerte. Aunque sea un pecador empedernido, si reza este Rosario, aunque sea una sola vez, logrará la gracia de mi infinita Misericordia”.“Si se reza este Rosario delante de los moribundos, se calma la ira de Dios, y su insondable Misericordia se apodera de su alma. Cuando recen este Rosario al lado del moribundo, me pondré entre el Padre y el alma moribunda, no como justo Juez, sino como Redentor Misericordioso”.

"Se stai cercando Dio e non sai da che parte cominciare, impara a pregare e assumiti l'impegno di farlo ogni giorno..."(Teresa di Calcutta)

Si estás buscando a Dios y no sabes como empezar, aprende a rezar, asume el compromiso de hacerlo cada día...(Teresa de Calcuta)

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