L'accidia
disiniteresse per il presente e mancanza di prospettive per il futuro
disiniteresse per il presente e mancanza di prospettive per il futuro
L'accidia è il male del nostro tempo. Si manifesta
attraverso la noia, l'indifferenza, l'afflizione, e attraverso quello scoraggiamento
che ci induce a lasciare perdere di fronte alle difficoltà... L'accidia
consiste cioè nella paura di affrontare la vita con le sue frustrazioni e le
sue prove, e nella fuga di fronte a noi stessi e a ciò che percepiamo come
vuoto. Chi è in preda all'accidia è nell'impossibilità di fare scelte durature,
e ricerca emozioni sempre diverse, come se proiettasse la propria felicità in
un altro tempo o in un altro luogo. Le manifestazioni più gravi dell'accidia
vanno dalle svariate forme di depressione che spesso rovinano l'esistenza di
tanti giovani, alle manifestazioni psicosomatiche come l'anoressia e la
bulimia, che rivelano un disagio molto profondo. L'accidia insomma è
inscindibilmente legata alla nostra condizione umana.
Il termine
Il termine, nel
greco classico, designa la negligenza, l'indifferenza, la mancanza di cure e di
interesse per una cosa. Designa inoltre l'abbattimento, lo scoraggiamento, la prostrazione,
la stanchezza, la noia e la depressione dell'uomo di fronte alla vita.
É lo smarrimento
estremo: si produce uno stato d'animo che intacca e rischia di disorientare
tutto ciò che raggiunge.
Due conseguenze
tipiche sono l'instabilità e il disprezzo per gli impegni della propria vita.
L'uomo non
padroneggia più la vita; le vicende lo avviluppano inestricabili, ed egli non
sa più vederci chiaro. Non sa più come cavarsela in determinate vicende della
propria esistenza; e il compito a lui affidato gli si erge davanti
insuperabile, come la parete di una montagna.
Le manifestazioni e le conseguenze dell'accidia
L'accidia ha un
carattere complesso e confuso: è un miscuglio di pensieri provenienti da forze
diverse. Chi è colpito dall'accidia avverte un senso di disordine e di
illogicità in cui si intrecciano reazioni contrastanti: si detesta tutto ciò
che si ha e si desidera ciò che non si ha.
Si percepisce che
tutta la propria esistenza perde di tensione, è come allentata in un senso di
vuoto, nella noia e nella svogliatezza, in una incapacità di concentrarsi su una
determinata attività, nella spossatezza e nell'ansia. Viene a mancare un punto
di attrazione, un polo che catalizzi tutte le componenti della persona, e
questa perdita di scopo sembra trascinare tutto in un vuoto senza fine.
A causa
dell'angoscia e dell'ansietà, la vita appare senza più punti sicuri, senza
certezze, come appoggiata su di una superficie fluttuante.
Altri sintomi
dell'accidia sono l'indifferenza è l'instabilità. Questa instabilità si
manifesta in diversi modi: dal cambiare casa o lavoro, al fuggire verso
situazioni ritenute ideali; dall'instabilità di umore all'instabilità di
giudizio; dall'instabilità nei rapporti interpersonali alla sfiducia verso se
stessi. Anche la ricerca di sempre nuove emozioni e divertimenti e la paura di
lasciare spazi vuoti da impegni sono palliativi di fronte a una situazione
esistenziale che si minaccia vuota e priva di senso.
Pascal diceva
"Ho scoperto che tutta l'infelicità degli uomini deriva da una sola causa,
dal non saper starsene in pace, in una camera".
Un ultimo sintomo
dell'accidia è lo sconforto: l'impossibilità per l'uomo di vedere qualche cosa
di buono e di positivo: tutto viene ridotto al negativismo e al pessimismo.
L'insoddisfazione diventa la modalità normale di affrontare l'esistenza, e
spesso anche ogni possibilità di futuro diventa inimmaginabile.
Le cause dell'accidia
Una realtà
complessa come l'accidia trae origine da numerosi fattori. Tuttavia, una delle
cause più frequenti è l'amore smodato per se stessi, quella passione per se
stessi che porta ad essere prigionieri del proprio io. Questo amore di sè è in
fondo il vero idolo che minaccia la nostra vita. Se l'io è il centro assoluto
del proprio mondo, allora si valuta ogni cosa in funzione dei propri bisogni,
della propria idea, dei propri desideri e giudizi.
Ci sono inoltre
due cause, apparentemente contradditorie, che favoriscono l'accidia, e sono
l'ozio e l'attivismo.
L'ozio è la
mancanza di occupazioni, di interessi, ma soprattutto una realtà che rende la
vita quotidiana amorfa e trascinata. Davanti ad ogni prerogativa l'ozioso si
chiede "a che pro?" e trasforma la propria vita in un deserto.
D'altra parte,
lavoro e impegni eccessivi, che disperdono e creano molti punti di riferimento
non collegati tra di loro, possono provocare uno stato di accidia: ci si è dati
un compito al di là delle proprie forze e si crolla.
Le soluzioni per combattere l'accidia
L'equilibrio, la
discrezione e la moderazione permettono di dare una misura alla propria vita e
a ciò che si fa. Si tratta di quella saggezza che nasce dalla consapevolezza
dei propri limiti e delle possibilità che sono in noi, e permette un reale
dominio di sè.
Molti autori
insistono inoltre sulla necessità di non fuggire di fronte a questa situazione
esistenziale. La fuga è infatti l'illusione di trovare altrove o diversamente
una liberazione da questo pensiero.
Il rimedio, l’unico, è; la preghiera, il pentimento dei peccati, la supplica accorata per ottenere da Gesù; pietà;. Questo è; un percorso sicuro per spalancare la porta della propria anima a Dio. Rammenta che la preghiera è; un mezzo efficace per la conversione e la salvezza.
Crociata di Preghiera (69) - La preghiera a Dio Padre per accettare la Sua Volontà Divina
Dio Padre Onnipotente accetto la tua Volontà Divina
Aiuta i tuoi figli ad accettarla
Ferma Satana dal negare il diritto dei tuoi figli all’eredità del Padre
Non farci rinunciare mai alla lotta per la nostra eredità in Paradiso
Ascolta le nostre preghiere per scacciare Satana e i suoi angeli caduti
Ti chiedo Caro Padre di purificare la terra con la Tua Misericordia e di
coprirci con il tuo Spirito Santo.
Guidaci per formare il Tuo Santissimo esercito, carico del potere di scacciare la bestia per sempre. Amen.
Qué es la Acedia?
De la acedia no se
suele hablar. Difícilmente se encuentra su nombre fuera de los manuales y
diccionarios de moral.
La acedia es
propiamente una especie o una forma particular de la envidia, es decir una
especie de tristeza.
Santo Tomás de
Aquino, la define como: "tristeza
por el bien divino del que goza la caridad". O sea, envidia a
Dios; tristeza por los bienes espirituales.
El Catecismo de la
Iglesia Católica la define: "La
acedia o pereza espiritual llega a rechazar el gozo que viene de Dios y a
sentir horror por el bien divino" (CIC 2094) y ubica la acedia entre los pecados
contra la Caridad: 1º) indiferencia, 2º) ingratitud, 3º) tibieza, 4º) acedia y
5º) odio a Dios.
Decía Ignacio: "Llamo desolación... [a la] oscuridad de alma, turbación
de ella, moción a las cosas bajas y terrenas, inquietud de varias agitaciones y
tentaciones, moviendo a infidencia, sin esperanza,
sin amor, hallándose toda perezosa, tibia, triste y como separada
de su Criador y Señor".
Evagrio Póntico
describía: "La acedia es la debilidad del
alma que irrumpe cuando no se vive según la naturaleza ni se enfrenta
noblemente la tentación.”
La acedia es pecado.
La acedia es vicio especial cuando se opone al gozo que debería procurar el
bien espiritual en cuanto bien divino. Este gozo es un efecto propio de la
caridad; por eso, entristecerse del bien divino, sentir hastío, pereza,
aburrimiento, desgana, apatía, displicencia es un pecado contra la virtud
teologal de la caridad.
La acedia se opone a
nuestra felicidad verdadera, de manera mucho más frontal, directa y
devastadora, que cualquiera de los otros pecados capitales. Puede decirse que
la acedia
consiste en la
oposición misma a la felicidad del hombre, consiste en la tristeza por la
felicidad; consiste propiamente en un no a la felicidad, un no a la fiesta de
Dios, un no a su amor. Su maldad es espiritual, es el rechazo directo y hostil
de la comunión con Dios.
La acedia hoy: la civilización de la acedia
William Bennett, abogado norteamericano de Harvard, doctor en
Filosofía en Texas,
Ministro de Educación del gobierno de Reagan, y conocido autor
del bestseller, El libro de las Virtudes, explica en un discurso político, cual
es el mal de la sociedad actual. Si bien lo aplica a los norteamericanos,
podemos identificarnos
en este mundo global…
“Les propongo mi
tesis de que la crisis denuestra época es de orden espiritual. Específicamente,
nuestro mal es lo que los antiguos llamaban acedia. Acedia es el pecado de
pereza. Pero lo que los santos entienden por acedia, no es la pereza en la que
pensamos nosotros habitualmente, que consiste en la dejadez para los deberes
cotidianos.
La acedia es otra
cosa. Bien entendida, es una aversión y una negación ante lo espiritual. La
acedia se pone de manifiesto en una ansiosa e indebida preocupación por lo
exterior y lo mundano. Consiste en una pachorra y ausencia de interés por las
cosas divinas.
Trae aparejada, según
los antiguos, una cierta tristeza y dolor por todo. La acedia se pone de
manifiesto en un rechazo carente de alegría, malhumorado, y egotista de la
vocación a ser hijos de Dios. El hombre acedioso odia todo lo espiritual y
quiere verse exento de sus
exigencias. Según los
antiguos teólogos la acedia produce odio contra todo lo bueno. Y este odio
realimenta el rechazo, el mal humor, la tristeza y el dolor”.
“La acedia no es un
mal espiritual nuevo, por supuesto. Pero hoy en día viene en aumento. El mal
que nos aflige es la corrupción del corazón, la deserción del alma. Nuestras
aspiraciones y nuestros deseos se orientan hacia los objetos que no
corresponden. Y solamente cuando nos orientemos hacia los fines correctos –
hacia la fortaleza, lo noble, lo espiritual – mejorarán las cosas”.
¿Qué produce?
La acedia es un
pecado capital principio,cabeza o madre de otros pecados. El pecado capital es
aquel del que nacen otros vicios, por ejemplo, la avaricia, que tiene como fin la indefinida
acumulación de riquezas, engendra el
fraude, el dolo,el robo, la dureza del corazón, la inmisericordia…
Pecados que la acedia engendra:
Tristeza, malicia,
rencor, pusilanimidad, desesperación, indolencia en lo tocante a
los mandamientos,
divagación e indiscreción de la mente por lo ilícito,amargura, ociosidad,
somnolencia,desasosiego del cuerpo, inestabilidad,verbosidad, curiosidad,
pereza para las
buenas obras,
murmuración…
Por qué engendra todo esto?
Santo Tomás dice que
de la tristeza nacenecesariamente un doble movimiento: huida de lo que entristece
y búsqueda de lo que da placer. De este doble movimiento origina más pecados principales,
algunos ya nombrados:
1) Desesperación. Ha de entenderse como la repugnancia y
consecuente huida de aquello difícil que produce tristeza. El tedio "envuelve al hombre con una cadena sin fin, de la cual sólo
puede librarse mediante un esfuerzo de su voluntad; porque si se deja llevar de
su tendencia sensible, la falta de gusto en las cosas espirituales engendra el
tedio y
éste a su vez aumenta el disgusto”.
2) Pusilanimidad. Cobardía de corazón para acometer cosas
grandes y arduas
empresas", miedo
al trabajo y a la perseverancia en las buenas obras. Es pensar que no va a ser
posible sufrir los trabajos y dificultades de la carne.
3) Incumplimiento de los preceptos. Ociosidad y
somnolencia voluntarias ante los deberes de estado o simplemente ante los
mandamientos divinos.
4) Rencor o amargura.
Santo
Tomás lo ve como "indignación contra las personas
que nos obligan
contra nuestra voluntad a los bienes espirituales”. Es decir, los
superiores en la vida
religiosa, y, para los perezosos en general, los virtuosos. Los
primeros porque
tienen autoridad para exigirnos el cumplimiento de la virtud. Los segundos,
porque el virtuoso, como el santo, "acusa" con su virtud eminente la
desidia de los flojos.
5) Malicia "indignación
y odio contra los mismos bienes espirituales".
6) Divagación por las
cosas prohibidas. Divagar
significa "apartarse del asunto que se debe o se está tratando"
lo que crea inestabilidad del alma, curiosidad, verbosidad, inquietud corporal…
Remedios
contra la acedia
La
civilización de la acedia es la que teme. Teme al Espíritu Santo, a los creyentes,
a la comunión de Dios con los hombres. Sus raíces se nutren de los profundos
terrores, es una civilización profundamente infeliz y enemiga de la felicidad.
Que hacemos?
*En
amar a Dios con todo el corazón,con toda el alma y con todas lasfuerzas, allí
está al mismo tiempo la felicidad y la derrota del pecado. El gozo de la
caridad, exorciza la acedia.
* Desear
intensamente el fervor de la caridad y pedirla, pues es un don. Y ningún pecado
es más grave y más difícil de sanar que la tristeza opuesta al gozo de la
caridad. Debemos construir la civilización de la caridad.
*Hay
que meditar y valorar como bienes reales para nosotros los dones sobrenaturales
con que Dios nos agracia.
*Es esencial el ejercicio de la fe iluminando con criterios sobrenaturales
las realidades que
han
de ser amadas: Dios, el cielo, la gracia, la santidad; el renunciamiento, el
ejercicio de la virtud, la práctica de la misericordia, las bienaventuranzas evangélicas.
* La acedia es pecado contra la caridad; se vence pues haciendo
crecer la caridad hacia Dios y los dones por los que Dios se nos participa: la
gracia, los dones del Espíritu Santo, los mandamientos divinos, los consejos
evangélicos.
* La lectura espiritual, la Salmodia, el trabajo manual, la
oración y las obras buenas de todo género.
*La paciencia, el hacer todo con mucha constancia y el temor de
Dios curan la acedia. Se impugna la acedia no huyendo sino resistiendo.
“Dispón
para ti mismo una justa medida en cada actividad y no desistas antes de haberla
concluido,
y reza prudentemente y con fuerza y el espíritu de la acedia huirá de ti"
(Evagrio
Póntico)
69 - Oración a Dios Padre para aceptar Su Divina Voluntad
Dios Padre Todopoderoso, yo acepto Tu Divina Voluntad.
Ayuda a Tus hijos a aceptarla.
Detén a Satán para que no niegue el derecho de Tus hijos a la herencia
De su Padre.
Nunca nos dejes renunciar a la lucha por nuestra herencia en el Paraíso.
Oye nuestras súplicas para desterrar a Satán y a sus ángeles caídos.
Te pido, querido Padre, que limpies la Tierra con Tu Misericordia
y que nos cubras con Tu Santo Espíritu.
Guíanos a formar Tu Santísimo ejército,
cargado con el poder de desterrar a la bestia para siempre. Amén.
Ayuda a Tus hijos a aceptarla.
Detén a Satán para que no niegue el derecho de Tus hijos a la herencia
De su Padre.
Nunca nos dejes renunciar a la lucha por nuestra herencia en el Paraíso.
Oye nuestras súplicas para desterrar a Satán y a sus ángeles caídos.
Te pido, querido Padre, que limpies la Tierra con Tu Misericordia
y que nos cubras con Tu Santo Espíritu.
Guíanos a formar Tu Santísimo ejército,
cargado con el poder de desterrar a la bestia para siempre. Amén.
A qualcuno manca la forza del cuore e della mente per affrontare la vita.
RispondiEliminaCara Mirta questo sicuramente è un male moderno!!!
RispondiEliminaCome dice Ambra bisogna avere la forza di affrontare la vita, devono rivolgersi alla Madre Celeste che le dia il coraggio, di affrontare tutto.
Tomaso
Maravillasa entrada sobre lo que es la acedia y sus consecuencias en el interior de las Personas.
RispondiEliminaUn abrazo.
Caro Mitra!
RispondiEliminaGrazie per il bellissimo articolo. La maggior parte dei dettagli.
Vi invio un sacco di saluti e baci.
Lucia
Troviamo forze nella preghiera!! Grazie della vostra visita!
RispondiEliminaEncontramos fuerza en la oración! Gracias por sus visitas!