«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gv 8,12

«Yo soy la luz del mundo. El que me sigue no andará en tinieblas, sino que tendrá la luz de la Vida». Jn 8,12

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giovedì 27 febbraio 2014

ORA IL MISTERO E’ ANCORA PIU’ FITTO. RATZINGER E “LA STAMPA”. LE MIE DOMANDE SENZA RISPOSTA.-- AHORA EL MISTERIO ES TODAVÍA MÁS PROFUNDO. RATZINGER Y “LA STAMPA”. MIS PREGUNTAS SIN RESPUESTA





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ORA IL MISTERO E’ ANCORA PIU’ FITTO. RATZINGER E “LA STAMPA”. LE MIE DOMANDE SENZA RISPOSTA.

Antonio Socci

26 FEBBRAIO 2014 
Ieri sulla “Stampa” e “Vatican Insider” (il sito del giornale dedicato al Vaticano)  è apparso con gran rilievo questo titolo che riporta parole attribuite a Benedetto XVI: “La rinuncia è valida. Assurdo speculare sulla mia decisione”.
Suona come una clamorosa risposta alle domande che io avevo posto su queste colonne a un anno dalle sue storiche dimissioni.
AUTOGOL
I colleghi di “Vatican Insider-La Stampa”, per capirci,  sono gli stessi che reagirono con stizza allo scoop con cui, il 25 settembre 2011, preannunciavo le dimissioni di papa Benedetto. Ci fu chi scrisse che era “scandalizzato” dal mio articolo.
Questi colleghi corsero a fare i pompieri intervistando chi diceva che era tutto infondato e che il mio articolo era assurdo e ridicolo.
Sappiamo poi come sono andate le cose e quanto era infondato ciò che scrissi.
Gli amici della “Stampa” avrebbero potuto imparare, da quella vicenda del 2011, che non bisogna mai accontentarsi delle “verità ufficiali”, altrimenti basterebbe pubblicare i comunicati stampa dei vari palazzi.
I giornalisti esistono per porre domande, mostrare le cose che non quadrano, indagare e chiedere spiegazioni sulle cose oscure o non chiarite.
Invece anche ieri gli amici di “Vatican insider” sono corsi a fare i pompieri, chiedendo a Benedetto di smentirci. Ma il risultato rischia di essere opposto a quello voluto.
Da ieri infatti i dubbi sulle sue dimissioni si sono ingigantiti. Perché – come tutti sanno – il Vaticano non smentisce mai le tante illazioni o le congetture infondate che appaiono sui media.
Se in questo caso ha accettato di intervenire addirittura il papa emerito (troppo onore) è segno che il problema c’è. Ed è enorme. Non si scomoda un papa, infatti, per una baggianata.
DUBBI
Del resto ciò che pubblica “La Stampa” non è affatto chiaro. Anzitutto quando si dispone di un documento come quello – la risposta di un Papa – è buona regola pubblicarlo integralmente tale e quale e con riproduzione fotografica.
Invece il suddetto articolo di Andrea Tornielli riporta solo qualche frase estrapolata e la fotografia della firma e della carta intestata. Senza dirci quali sono state le domande complete e le risposte complete, con annessi e connessi.
In secondo luogo i brevi virgolettati attribuiti al papa emerito smentiscono qualcosa che io non avevo mai messo in discussione. Infatti egli afferma che la sua decisione è stata davvero libera.
Ma questo lo aveva già dichiarato solennemente nell’annuncio dell’11 febbraio 2013. Cosa credevano, alla “Stampa”, che oggi Benedetto dicesse di aver mentito?
Io ho sempre creduto alla sua dichiarazione di allora. Infatti nell’articolo del 12 febbraio scorso scrivevo: “Non è ammissibile dubitare delle sue parole, quindi il suo fu un gesto libero”.
Ma ciò non spiega nulla. Questo grande uomo di Dio aveva detto di aver preso tale decisione “non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa”, perché bisogna avere “sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”.
Considerata la guerra che gli era stata scatenata contro (si vedano i miei articoli precedenti), si può ipotizzare che egli – vedendo addensarsi sulla Chiesa certe minacce (sulla Chiesa, non su se stesso) – abbia liberamente deciso di fare un passo indietro per evitare tempeste alla barca di Pietro.


In questo caso la scelta sarebbe stata libera, tuttavia determinata da circostanze esterne tutte da svelare. D’altra parte era stato lo stesso papa Benedetto – nella sua messa d’insediamento – a chiedere: “pregate per me perché io non fugga per paura davanti ai lupi”.
La rinuncia non è una fuga davanti ai lupi, perché – anzi – da papa emerito sostiene con la preghiera il papa regnante, Francesco, nella lotta. Tuttavia quella frase clamorosa rivelava ufficialmente che il Vicario di Cristo aveva a che fare con branchi di lupi.
Chi fossero non è mai stato chiarito. Si riferiva anche al mondo. Tuttavia questo “attacco concentrico” aveva “origine fuori, ma spesso anche dentro la Chiesa”.
Lo scriveva lo stesso Tornielli (con Paolo Rodari) nel 2010 nel libro intitolato “Attacco a Ratzinger”, dove si mostravano l’isolamento di Benedetto e i suoi molti nemici.
Lì si svelava che subito dopo il Conclave potenti cardinali di Curia decretavano già che quel pontificato sarebbe durato poco (“solo due o tre anni”) e che “l’unica cosa che non si perdona a Ratzinger è quella di essere stato eletto Papa”.
D’altronde sabato scorso, in San Pietro, si è potuto vedere che Benedetto è tuttora in ottima forma fisica, così come è intellettualmente lucidissimo.
Dunque le domande sulle vere ragioni della rinuncia si ripropongono (del resto, in duemila anni di storia della Chiesa, mai un papa si era ritirato per l’anzianità).
GUARDAROBA
L’altra risposta virgolettata, riportata da Tornielli, fa trasecolare. Alla domanda sul perché ha deciso di rimanere papa emerito (e non vescovo emerito o cardinale), col vestito da papa, Benedetto avrebbe testualmente risposto così: “Il mantenimento dell’abito bianco e del nome Benedetto è una cosa semplicemente pratica. Nel momento della rinuncia non c’erano a disposizione altri vestiti”.
Ora, che l’intelligenza sopraffina di Ratzinger abbia voluto liquidare con una battuta surreale una questione delicatissima, che in questo momento non può e non vuole spiegare, a me pare evidente.
Padroni invece quelli della “Stampa”  di considerarla una risposta esauriente. Evidentemente credono che, fra l’11 febbraio (data dell’annuncio) e il 28 febbraio (fine del pontificato), in tutto il Vaticano e nei negozi e fra i sarti di Borgo Pio, non si poteva trovare nemmeno una tonaca scura.
Anzi, è stato confermato dal cardinal Bertone che la rinuncia era già stata decisa da mesi (come su questo giornale si è sempre scritto), quindi si dovrebbe credere che in un intero anno non sia stato possibile, in Vaticano e dintorni, trovare una tonaca scura.
Per questo Ratzinger avrebbe deciso – contro il parere di tutti i canonisti (compresa Civiltà cattolica) – di restare Sua Santità Benedetto XVI e di vestire di bianco.
Creando una situazione unica nella storia della Chiesa, per la coesistenza di due papi e perché non è stato definito, né a livello canonico né a livello teologico, lo status di papa emerito (nei secoli scorsi tutti i pontefici che si sono ritirati sono tornati alla loro condizione precedente l’elezione).
Mi pare che non ci sia bisogno di commenti. Del resto l’aver deciso, nelle scorse settimane, di tenere lo stemma da papa, rifiutando quello da papa emerito e quello da cardinale, come c’entra con l’abito nell’armadio?
RISPOSTE MANCANTI
Non ho trovato, nella pagina della “Stampa”, la risposta alla mia domanda sulla frase che Benedetto pronunciò, il 27 febbraio 2013, per definire la sua scelta. Parlando del suo ministero petrino disse: “Il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’ - non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo”.
Cosa significa quella rinuncia all’”esercizio attivo”, quel “per sempre” e quel ministero petrino “non revocato”? Sarebbe stato interessante che un grande teologo come Benedetto illuminasse tutta questa situazione.
Così come sarebbe stato interessante chiedergli cosa mai era accaduto di così urgente venerdì sera perché Francesco telefonasse direttamente a Benedetto chiedendogli di andare, l’indomani mattina, al Concistoro pubblico in San Pietro.
Si è trattato oltretutto di un fatto che ha contraddetto ciò che Benedetto aveva annunciato (“sarò nascosto al mondo”). Perché questa emergenza?
GIORNALISTI
A questo proposito devo precisare che – contrariamente ad altri, a cui forse allude Tornielli – personalmente non ho mai contrapposto i due papi, rilevando che appaiono davvero come Mosè che prega sul monte e Giosuè che combatte nella valle. Insieme per salvare la Chiesa in un momento così drammatico come forse in duemila anni mai ha vissuto.
Con Tornielli, che conosco da 30 anni e di cui mi reputo amico, ho avuto anche di recente un piccolo bisticcio.
Mi aveva colpito il fatto che in due pezzi consecutivi, sabato e domenica, avesse usato, per Benedetto, le espressioni “primo fra i cardinali” e poi “vescovo emerito di Roma”, pur sapendo bene che Benedetto aveva rifiutato di assumere proprio quelle qualifiche e aveva optato invece per “Papa emerito”.
Avevo chiesto, scherzosamente, a Tornielli perché riteneva di degradare Benedetto, ma mi ha risposto con stizza e allora ho abbozzato.
Personalmente credo che il compito di noi giornalisti non sia quello di “normalizzare” una situazione obiettivamente unica, magari improvvisandoci tifosi di un papa o di un altro (che certo non hanno bisogno di tifosi).
Il nostro compito è quello di cercar di capire, di porre domande, di far emergere la complessità di una situazione. Può darsi che le nostre domande e il nostro indagare possano disturbare, ma il nostro dovere è cercare la verità sempre (anche il nostro dovere di cristiani del resto è questo).
ZUCCHETTO
Ho motivo di ritenere, ad esempio, che sia stato fatto notare a papa Benedetto che, fra le domande da me poste, c’era la constatazione del mancato bacio dell’anello, nei due incontri pubblici fra i due papi.
Pare che per questo Benedetto, al Concistoro di sabato, abbia fatto il gesto di togliersi la berretta davanti a Francesco (mai fatto in precedenza), gesto che è stato enormemente amplificato dai vaticanisti.
Tutta quell’enfasi però mi pare fuori luogo perché è ovvio che Francesco è il papa regnante: Benedetto fin da prima del Conclave gli ha assicurato reverenza e obbedienza. Come tutti noi cattolici dobbiamo fare (personalmente su queste colonne ho sempre sostenuto e difeso papa Francesco).
Ma i fatti sono testardi, esistono e interrogano: proprio l’enfasi sulla berretta mi pare metta in rilievo ancora una volta che pure sabato scorso non c’è stato il bacio dell’anello (un aspetto che resta misterioso e fa riflettere).
Se per la prima volta Benedetto dovesse fare quel gesto dovremmo pensare che ci sono state su di lui pressioni molto forti (e che anche nel passato ce ne siano state).
In ogni caso il mistero s’infittisce.

Antonio Socci
Da Libero, 27 febbraio 2014



AHORA EL MISTERIO ES TODAVÍA MÁS PROFUNDO. RATZINGER Y “LA STAMPA”. MIS PREGUNTAS SIN RESPUESTA  
De Antonio Socci
26 de febrero de 2014
(traduciremos algunos párrafos de este artículo)

Ayer en el sitio del Diario “Stampa” e “Vatican Insider”, ha aparecido con gran relieve este título que cita palabras atribuidas a Benedicto XVI: “La renuncia es válida. Absurdo especular sobre mi decisión”
Parece una clamorosa respuesta a las preguntas que yo había hecho en esta columna un año después de su histórica renuncia.
 ….
DUDAS
Lo que publica “La Stampa” no es para nada claro.  Antes que nada cuando se dispone de un documento como ese- la respuesta de un Papa- es buena regla publicarlo integralmente tal y cual y con reproducción fotográfica.
En cambio el artículo mencionado de Andrea Tornielli, cita sólo algunas frases tomadas y la fotografía de la firma de la carta de que se trata. Sin decirnos cuáles han sido las preguntas completas y las respuestas completas, unidas unas con otras.

En segundo lugar las breves comillas atribuidas al papa emérito desmienten algo que yo no había puesto en duda nunca.  En efecto, él afirma que su decisión ha sido completamente libre.
 Pero esto lo había ya declarado solemnemente en el anuncio del 11 de febrero de 2013. ¿Qué creían en “la Stampa”, que hoy Benedicto declararía que ha mentido?

Pero esto no explica nada. Este gran hombre de Dios había dicho que había tomado esa decisión no por su bien, sino por el bien de la Iglesia, porque era necesario tener siempre delante el bien de la Iglesia y no el bien propio.

Considerando la guerra que se había desatado en contra, se puede hipotizar que  él, viendo empeorar ciertas amenazas sobre la Iglesia (y no sobre él mismo), haya libremente decidido hacer un paso atrás para evitar tormentas en la barca de Pedro.
En ese caso, la decisión habría sido libre, pero determinada por circunstancias externas todas de aclarar. Por otra parte, el mismo papa Benedicto, en su misa de asunción pidió: “rezen por mí para que no huya por miedo delante a los lobos”.
Quiénes eran, no se ha aclarado nunca. Se refería al mundo.  O también este ataque tenía origen dentro de la Iglesia.
Lo escribió el mismo Tornielli autor de este artículo, en el 2010 en el libro titulado “Ataque a Ratzinger”, donde se mostraba que Benedicto había sido aislado por sus muchos enemigos.
Allí se revelaba que inmediatamente después del Conclave, potentes cardenales de la Curia decretaron ya que ese pontificado, habría durado poco (solo dos o tres años), y que la única cosa que no se perdonaba a Ratzinger era haber sido elegido Papa.
 …
GUARDARROPA
La otra respuesta puesta entre comillas, por Tornielli hace maravillarse. A la pregunta sobre por qué ha decidido permanecer papa emérito ( y no obispo emérito o cardenal), con el hábito de papa, Benedicto habría respondido, que es una cosa simplemente práctica. En el momento de la renuncia no había a disposición otra ropa.
Que  la inteligencia super fina de Ratzinger ha querido cerrar con un chiste subreal una cuestión delicadísima, una cuestión que no puede o no quiere explicar,  me parece evidente.
Para “La Stampa”, es de considerar una respuesta completa. Evidentemente creen que, entre el 11 de febrero (fecha del anuncio) y el 28 de febrero ( fin del pontificado) en todo el Vaticano en los negocios y entre los sastre di Borgo Pio, no se podía encontrar ni siquiera una sotana oscura…
Creando una situación única en la historia de la Iglesia, por la coexistencia de dos papas y porque no ha sido definido, ni el nivel canónico, ni el nivel teológico de papa emérito (en los siglos anteriores todos los pontífices que se han retirado han vuelto a su condición precedente a la elección)
Me parece que no necesita comentarios. Por lo demás, el haber decidido, en las semanas pasadas, mantener el blasón, rechazando el de papa emérito y el de cardenal ¿cómo se explica con la sotana en el armario?
 Antonio Socci

De Libero, 27 de febrero de 2014 2014
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Coroncina alla Divina Misericordia

Coroncina della Divina Misericordia
(Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska): “Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina” (Diario, 848). “Con essa otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla mia volontà”. (Diario, 1731). “Recita continuamente la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, otterrà tanta Misericordia nell’ora della morte. ” Gesù ha raccomandato di recitare la coroncina a qualsiasi ora ma in particolare nell'ora della propria morte, ossia le 3 del pomeriggio, che Lui stesso ha chiamato un'ora di grande misericordia per il mondo intero. "In quell'ora dice Gesù non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione" (Diario, 687)..

Coronilla de la Divina Misericordia

Coronilla de la Divina Misericordia
(Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska)“Por el rezo de este Rosario, me complace dar todo lo que me pidan. Quien lo rece, alcanzará gran Misericordia en la hora de su muerte. Aunque sea un pecador empedernido, si reza este Rosario, aunque sea una sola vez, logrará la gracia de mi infinita Misericordia”.“Si se reza este Rosario delante de los moribundos, se calma la ira de Dios, y su insondable Misericordia se apodera de su alma. Cuando recen este Rosario al lado del moribundo, me pondré entre el Padre y el alma moribunda, no como justo Juez, sino como Redentor Misericordioso”.

"Se stai cercando Dio e non sai da che parte cominciare, impara a pregare e assumiti l'impegno di farlo ogni giorno..."(Teresa di Calcutta)

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