Capitolo XXIV
IL GIUDIZIO
DIVINO E LA PUNIZIONE DEI PECCATI
- In ogni cosa tieni l'occhio fisso al
termine finale; tieni l'occhio, cioè, a come comparirai dinanzi al giudice
supremo; al giudice che vede tutto, non si lascia placare con doni, non
accetta scuse; e giudica secondo giustizia (cfr. Is 11,4). Oh!, sciagurato
e stolto peccatore, come potrai rispondere a Dio, il quale conosce tutto
il male che hai fatto; tu che tremi talvolta alla vista del solo volto
adirato di un uomo? Perché non pensi a quel che avverrà di te nel giorno
del giudizio, quando nessuno potrà essere scagionato e difeso da altri, e
ciascuno costituirà per se stesso un peso anche troppo grave? E' adesso
che la tua fatica è producente; è adesso che il tuo pianto e il tuo
sospiro possono piacere a Dio ed essere esauditi; è adesso che il tuo
dolore può ripagare il male compiuto e renderti puro.
- Un grave e salutare purgatorio l'ha
colui che sa sopportare. Questi, ricevendo ingiustizie, si dispiace della
cattiveria altrui, più che del male patito; è pronto a pregare per quelli
che lo contrastano e perdona di cuore le loro colpe; non esita a chiedere
perdono agli altri; è più incline ad aver compassione che ad adirarsi; fa
violenza sovente a se stesso e si sforza di sottoporre interamente la
carne allo spirito. Stroncare ora i vizi e purgarsi ora dai peccati è
miglior cosa che lasciarli da purgare in futuro. Invero noi facciamo
inganno a noi stessi amando le cose carnali, contro l'ordine stabilito da
Dio. Che altro divorerà, quel fuoco, se non i tuoi peccati? Perciò, quanto
più indulgi a te stesso quaggiù, seguendo la carne, tanto più duramente
pagherai poi, preparando fin d'ora materiale più abbondante per quelle
fiamme. Ciascuno sarà più gravemente punito in ciò in cui ebbe a peccare.
Colà i pigri saranno incalzati da pungoli infuocati; e i golosi saranno
tormentati da grande sete e fame. Colà sui lussuriosi e sugli amanti dei
piaceri saranno versati in abbondanza pece ardente e zolfo fetido; e gli
invidiosi, per il grande dolore, daranno in ululati, quali cani rabbiosi.
Non ci sarà vizio che non abbia il suo speciale tormento. Colà i superbi
saranno pieni di ogni smarrimento; e gli avari saranno oppressi da
gravissima miseria. Un'ora trascorsa colà, nella pena, sarà più grave di
cento anni passati qui in durissima penitenza. Nessuna tregua, colà,
nessun conforto per i dannati; mentre quaggiù talora ci si stacca dalla
fatica e si gode del sollievo degli amici.
- Devi darti da fare adesso, e piangere
i tuoi peccati, per poter essere senza pensiero nel giorno del giudizio.
In quel giorno, infatti, i giusti staranno in piena tranquillità in faccia
a coloro che li oppressero (Sap 5,1) e li calpesteranno. Starà come
giudice colui che ora si sottomette umilmente al giudizio degli uomini. In
quel giorno, grande speranza avranno il povero e l'umile, e sarà pieno di
paura il superbo; apparirà che è stato saggio in questo mondo colui che ha
saputo essere stolto e disprezzato per amore di Cristo. In quel giorno
sarà cara ogni tribolazione che sia stata sofferta pazientemente, e
"ogni iniquità chiuderà la sua bocca" (Sal 106,42); l'uomo pio sarà
nella gioia, mentre sarà nel dolore chi è vissuto senza fede. In quel
giorno il corpo tribolato godrà più che se fosse stato nutrito di delizie;
risplenderà la veste grossolana e quella fine sarà oscurata; una
miserabile dimora sarà più ammirata che un palazzo dorato. In quel giorno
una pazienza che non sia venuta mai meno, gioverà più che tutta la potenza
della terra; la schietta obbedienza sarà glorificata più che tutta
l'astuzia del mondo. In quel giorno la pura e retta coscienza darà più
gioia che la erudita dottrina; il disprezzo delle ricchezze varrà di più
che i tesori di tutti gli uomini. In quel giorno avrai maggior gioia da
una fervente preghiera che da un pranzo prelibato; trarrai più gioia dal
silenzio che avrai mantenuto, che da un lungo parlare. In quel giorno le
opere buone varranno di più che le molte parole; una vita rigorosa è una
dura penitenza ti saranno più care di ogni piacere di questa terra.
- Impara a patire un poco adesso, affinché allora tu
possa essere liberato da patimenti maggiori. Prova te stesso prima, quaggiù,
per sapere di che cosa sarai capace allora. Se adesso sai così poco patire,
come potrai sopportare i tormenti eterni? Se adesso un piccolo patimento ti
rende così incapace di sopportazione, come ti renderà la Geenna? Ecco, in verità,
non le puoi avere tutte e due, queste gioie: godere in questa vita e poi
regnare con Cristo. Che ti gioverebbe, se, fino ad oggi, tu fossi sempre
vissuto tra gli onori e i piaceri, e ora ti accadesse di morire
improvvisamente? Tutto, dunque, è vanità, fuorché amare Iddio e servire a Lui
solo. E perciò, colui che ama Dio con tutto il suo cuore non ha paura né della
morte, né della condanna, né del giudizio, né dell'inferno. Un amore perfetto
porta con tutta sicurezza a Dio; chi invece continua ad amare il peccato ha
paura e - ciò non fa meraviglia - della morte e del giudizio. Se poi non hai
ancora amore bastante per star lontano dal male, è bene che almeno la paura
dell'inferno ti trattenga; in effetti, chi non tiene nel giusto conto il timore
di Dio non riuscirà a mantenersi a lungo nella via del bene, ma cadrà ben
presto nei lacci del diavolo.
Nota: Chiedo scusa perché non ho avuto tempo di passare a salutarvi nei vostri blog. Un abbraccio. Mirta
Capítulo 24
Del juicio y
penas de los pecadores
(Del Libro "La imitación de Cristo" de Tomás de Kempis. Libro I).
1. Mira el
fin de todas las cosas y de qué suerte estarás delante de aquel Juez justísimo,
al cual no hay cosa encubierta, ni se amansa con dádivas, ni admite excusas,
sino que juzgará justísimamente.
¡Oh
ignorante y miserable pecador! ¿Qué responderás a Dios, que sabe todas tus
maldades, tú que temes a veces el rostro de un hombre airado?
¿Por qué no
te previenes para el día del Juicio, cuando no habrá quien defienda ni ruegue
por otro, sino que cada uno tendrá bastante que hacer por sí?
Ahora tu
trabajo es fructuoso, tu llanto aceptable, tus gemidos se oyen, tu dolor es
satisfactorio y purificador.
2. Aquí
tiene grande y saludable purgatorio el hombre sufrido que, recibiendo injurias,
se duele más de la malicia del injuriador que de su propia ofensa; que ruega a
Dios voluntariamente por sus contrarios y de corazón perdona los agravios; que
no se detiene en pedir perdón a cualquiera; que más fácilmente tiene
misericordia que se indigna; que se hace fuerza muchas veces y procura sujetar
del todo su carne al espíritu.
Mejor es
purgar ahora los pecados y cortar los vicios que dejar el purgarlos para lo
venidero.
Por cierto
nos engañamos a nosotros mismos por el amor desordenado que tenemos a la carne.
3. ¿En qué
otra cosa se cebará aquel fuego sino en tus pecados?
Cuanto más
te perdonas ahora a ti mismo y sigues a la carne, tanto más gravemente serás
después atormentado, pues guardas mayor materia para quemarte.
En lo mismo
que peca el hombre sería más gravemente castigado.
Allí los
perezosos serán punzados con los aguijones ardientes, y los golosos serán
atormentados con gravísima hambre y sed.
Allí los
lujuriosos y amadores de deleites serán rociados con ardiente pez y hediondo
azufre, y los envidiosos aullarán de dolor, como rabiosos perros.
4. No hay
vicio que no tenga su propio tormento.
Allí los
soberbios estarán llenos de confusión, y los avarientos serán oprimidos con
miserable necesidad.
Allí será
más grave pasar una hora de pena que aquí cien años de amarguísima penitencia.
Allí no hay
sosiego ni consuelo alguno para los condenados; mas aquí cesan algunas veces
los trabajos y se goza del consuelo de los amigos.
Ten ahora
cuidado y dolor de tus pecados, para que en el día del Juicio estés seguro con
los bienaventurados.
5. Pues
entonces "estarán los justos con gran constancia contra los que les
angustiaron y persiguieron" (Sab 5,1).
Entonces
estará para juzgar el que aquí se sujetó humildemente al juicio de los hombres.
Entonces
tendrá mucha confianza el pobre y humilde; mas el soberbio, por todos los lados
se estremecerá.
Entonces se
verá que el verdadero sabio en este mundo fue aquel que aprendió a ser necio y
menospreciado por Cristo.
Entonces
agradará toda tribulación sufrida con paciencia, "y toda maldad no
despegará los labios" (Sal 106,42).
Entonces se
alegrarán todos los devotos y se entristecerán todos los disolutos.
Entonces se
alegrará más la carne afligida que la que siempre vivió en deleites.
Entonces
resplandecerá el vestido despreciado y parecerá vil el precioso.
Entonces
será más alabada la pobre casilla que el palacio dorado.
Entonces
ayudará más la constante paciencia que todo el poder del mundo.
Entonces
será más ensalzada la simple obediencia que toda la sagacidad del siglo.
Entonces
alegrará más la pura y buena conciencia que la docta filosofía.
Entonces se
estimará más el desprecio de las riquezas que todo el tesoro de los ricos de la
tierra.
Entonces te
consolarás más de haber orado con devoción que de haber comido delicadamente.
Entonces te
alegrarás más de haber guardado silencio que de haber conversado mucho.
Entonces
valdrán más las obras santas que las palabras floridas.
Entonces
agradará más la vida estrecha y la rigurosa penitencia que todos los deleites
terrenos.
6. Aprende
ahora a padecer en lo poco, para que entonces seas libre de lo muy grave.
Prueba aquí
primero lo que podrás después.
Si ahora no
puedes padecer levemente, ¿cómo podrás después sufrir los tormentos eternos?
Si una
pequeña penalidad te hace tan impaciente, ¿qué hará entonces el infierno?
De verdad no
puedes tener dos goces: deleitarte en este mundo y después reinar con Cristo.
Si hasta
ahora hubieses vivido siempre en honores y deleites, y te llegase el instante
de la muerte, ¿qué te aprovecharía todo lo pasado?
Todo, pues,
es vanidad, sino amar a Dios y servirle a Él solo.
Porque quien
ama a Dios de todo corazón, no teme la muerte, ni el tormento, ni el juicio, ni
el infierno; pues el amor perfecto tiene segura entrada para Dios.
Mas quien
todavía se deleita en pecar, no es maravilla que tema la muerte y el juicio.
Bueno es, no
obstante, que si el amor aún no te desvía de lo malo, por lo menos el temor del
infierno te refrene.
Pero el que
pospone el temor de Dios, no puede durar mucho tiempo en el bien, sino que
caerá muy pronto en los lazos del demonio.
Nota: Pido disculpas porque no he tenido tiempo de pasar a saludarlos en sus blogs. Un gran abrazo. Mirta
Ciao Mirta, grazie, un abbraccio!
RispondiEliminaCarmen
Cara Mirta, e bello leggerti sempre.
RispondiEliminaCiao e buona serata cara amica.
Tomaso
Trás leer tu entrada me acojo a la Misericordia de Dios aprovechando que es su año.Besicos
RispondiEliminaCIAO MIRTA SEI SEMPRE PIU' SPECIALE!!!!!! COMPLIMENTI E GRAZIE. MARIA ROSA
RispondiElimina'E l'pera di Dio, solo Egli. Un abbraccio
Eliminagrazie per queste preziose parole! buon fine settimana cara, ti abbraccio lory
RispondiEliminaCiao Mirta io credo che il comportamento umano dovrebbe arrivare ad essere questo perche' si pensa che sia giusto cosi' spontaneamente non per paura di una punizione! Questo dimostra che è difficile per l'uomo purtroppo fare il bene spontaneamente! Un bacio a presto!
RispondiEliminaSi certo cara Rita, in questo capitolo l'autore dice a un certo punto se non lo fai per amore, al meno fallo per evitare la punizione. Purtroppo la nostra natura caduta ci spinge in basso, se non stiamo attenti.
EliminaCiao Mirta! Sei ricomparsa. Stai bene? Passa una buona settimana.
RispondiEliminaCara Ambra grazie per il tuo interesse, si sto bene, solo con qualche problema per organizzare l'uso del mio tempo, molto presto passerò dai vostri blog. Un abbraccio forte forte!!
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