Dai "Discorsi" di Sant'Agostino Vescovo
DISCORSO 206
QUARESIMA
Due specie di elemosine: dare e perdonare.
2. Alle nostre
preghiere, perché volando possano raggiungere più facilmente Dio,
aggiungiamo, con le elemosine e i digiuni, le ali della pietà. Di qui il
cristiano ben comprende quanto debba guardarsi dall'appropriarsi
indebitamente di una cosa altrui: quando sente dire che è quasi un furto
il non dare all'indigente le cose che gli sono superflue. Il Signore
dice: Date e vi sarà dato; perdonate e vi sarà perdonato 2.
Con mitezza e con fervore facciamo dunque queste due specie di
elemosine: il dare e il perdonare, noi che preghiamo il Signore perché
ci dia cose buone e ci perdoni quelle cattive. Date - dice il Signore - e vi sarà dato. Che
cosa c'è di più vero e più giusto che chi ricusa di dare inganna se
stesso e non si ritrova niente in mano? Se giudichiamo sconsiderato
l'agricoltore che presume di trovare la messe nel campo ove sa bene di
non aver precedentemente seminato, quanto più sconsiderato è chi pensa
di trovare un Dio ricco che dà con larghezza, quando egli non ha voluto
ascoltare il povero che gli chiedeva qualcosa? Colui che non ha bisogno
di nulla infatti volle essere nutrito nella persona dei poveri. Non
disprezziamo dunque nel povero il nostro Dio che si mostra bisognoso per
poter, anche noi bisognosi, essere appagati in lui, ricco. Abbiamo dei
poveri, ma anche noi siamo nella povertà: diamo dunque, affinché anche
noi possiamo ricevere. E in fondo che cos'è ciò che diamo? E in compenso
di quello che diamo, che è cosa esigua, visibile, temporale e terrena,
che cosa desideriamo ricevere? Ciò che occhio non vide né orecchio udì né entrò in cuore d'uomo 3.
Se non ce l'avesse promesso lui stesso, sarebbe stata spudoratezza dare
beni terreni e aspettarci in cambio quanto detto sopra; figuriamoci se
non si volesse dare neanche qualche bene terreno!. Ma noi non li avremmo
neanche questi beni se non ce li desse colui che ci esorta ad
elargirli. Con che coraggio speriamo che Dio ci conceda i beni temporali
e quelli eterni, se non obbediamo a lui che ci comanda cose di poco
peso? Perdonate e vi sarà perdonato 4,
ossia non tenete conto (del male altrui) e neanche del vostro si terrà
conto. Il servo si riconcilii con il conservo perché non venga
giustamente punito dal padrone 5.
Per quanto riguarda questa specie di elemosina nessuno è talmente
povero che non possa farla. Per acquistare la vita eterna può farla
anche chi in questa vita terrena non ha di che vivere. Questa elemosina
la si dà gratuitamente e dando si accumulano tesori che non vengono meno
se non quando non si elargisce. Coloro che fino a questi giorni avevano
delle discordie non diano loro tregua fino a che non sono scomparse.
Vengano eliminate affinché esse non eliminino chi ce l'ha, non vengano
trattenute nel cuore affinché non lo rendano schiavo, vengano distrutte
dal Redentore affinché non distruggano chi le conserva.
De los "Discrusos" de San Agustín
SERMÓN 206
Traductor: Pío de Luis, OSA
CUARESMA
2. Añadamos a nuestras oraciones la limosna y el
ayuno. Son como las alas de la piedad con las que pueden llegar más
fácilmente a Dios. A partir de aquí, el espíritu cristiano puede
comprender cuán alejado debe mantenerse de robar lo ajeno, si advierte
que es una especie de fraude no dar al necesitado lo que le sobra. Dice
el Señor: Dad y se os dará; perdonad y seréis perdonados2.
Nosotros que pedimos al Señor que nos otorgue sus dones y no nos pida
cuentas del mal que hacemos, actuemos compasiva y fervorosamente ambos
tipos de limosna: el donativo y el perdón. Dad -dice- y se os dará. ¿Hay
algo más conforme a verdad y justicia que quien se niegue a dar él
mismo se defraude y no reciba nada? El agricultor que va a buscar la
cosecha donde sabe que no sembró es un cínico. Según esto, ¡cuál no será
la desfachatez de quien busca la riqueza munífica de Dios, si él no
quiso escuchar al pobre que mendigaba ante él! Quien no padece hambre
quiso ser alimentado en la persona del indigente. No despreciemos, pues,
a nuestro Dios, necesitado en la persona del pobre, a fin de que,
cuando sintamos indigencia, nos saciemos en quien es rico. Topamos con
pobres, siendo pobres nosotros mismos: demos, pues, para recibir.
¿Qué es lo que damos? ¿Qué es lo que deseamos recibir
a cambio de ese bien diminuto, visible, temporal y terreno? Lo que ni
el ojo vio, ni el oído oyó, ni llegó jamás al corazón humano3.
Si no lo hubiera prometido él, sería propio de un caradura querer
recibir estos bienes a cambio de los otros. Y más aún no querer ni
siquiera darlos. Sobre todo considerando que ni siquiera los tendríamos
si no nos los hubiera dado quien nos exhorta a dar. ¿Con qué cara
esperamos que nos otorgue unos y otros bienes, si lo desdeñamos cuando
nos manda donar auténticas menudencias?
Perdonad y seréis perdonados4.
Es decir, otorgad perdón y recibiréis el perdón. Que el siervo se
reconcilie con el consiervo, para que no le castigue justamente el señor
de ambos5.
Para este tipo de limosnas nadie es pobre, y puede hacer que viva por
siempre quien no tiene con que vivir provisoriamente. Se dona
gratuitamente y, al donar, se acumulan riquezas que sólo se consumen
cuando no se donan. Cúbranse de vergüenza y desaparezcan las
enemistades, de quien sean, que hayan resistido hasta estas fechas.
Desaparezcan ellas, para que no hagan desaparecer; no se las retenga,
para que no retengan ellas; aniquílelas el que rescata, para que no
aniquilen ellas al que las retiene.
El saber perdonar, el ser solidario con los que menos tienen y la oración son primordiales para ser buenos cristianos. San Agustín nos anima a estas práctica en su profundo discurso.Besicos
RispondiEliminagrazie cara per i tuoi post! un abbraccio e buon fine settimana Lory
RispondiEliminaDar y perdonar, recordando además que estamos en el año de la Misericordia. Un fuerte abrazo y buen fin de semana. @Pepe_Lasala
RispondiEliminaCiao Mirta, mia nonna quando dava elemosina ai poveri diceva:" Quello che dai dalla porta ti rientra il doppio dalla finestra"! Non era ricca ma molto generosa e per incoraggiare me a fare altrettanto da bambina mi ripeteva spesso questa frase!
RispondiEliminaCiao un abbraccione!
Cara Rita, che nonna meravigliosa la tua!! Quante cose belle ci hanno insegnato le nostre nonne. Un bacione per te!
EliminaCara Mirta, passa un sereno fine settimana con il mio abbraccio.
RispondiElimina