Dai "Discorsi" di Sant'Agostino Vescovo
DISCORSO 205
QUARESIMA
Le opere di penitenza.
2. In tutti gli altri giorni non gravate la vostra coscienza con crapule e ubriachezze 6;
ma in questi digiunate anche. In tutti gli altri giorni guardatevi
dagli adulterii, dalle fornicazioni e da ogni illecita depravazione; in
questi giorni astenetevi anche dai rapporti coniugali. Ciò che
risparmiate digiunando aggiungetelo alle elemosine che fate. Il tempo
che si occupava per rendere il debito coniugale si utilizzi nella
preghiera. Il corpo che si scioglieva in affetti carnali si prostri in
caste preghiere. Le mani che si aprivano agli amplessi si estendano
nell'orazione. E voi che digiunate anche negli altri giorni, in questo
tempo aumentate quanto già fate. Voi che anche negli altri giorni
crocifiggete il vostro corpo con la continenza perpetua, in questi
aderite al vostro Dio con preghiere più frequenti e più fervorose. Tutti
concordi, tutti fedeli coerenti, tutti, in questo pellegrinaggio,
sospirando per il desiderio e ardendo per l'amore dell'unica patria.
Nessuno invidi, nessuno disprezzi nell'altro un dono di Dio che lui non
ha. Nei beni spirituali ritieni come tuo ciò che ami nel fratello; e lui
ritenga come suo ciò che ama in te. Nessuno, con il pretesto
dell'astinenza, cerchi di cambiare piaceri invece che eliminarli del
tutto: come avverrebbe se uno andasse in cerca di cibi ricercati perché
non mangia carne e di bevande insolite perché non beve vino. In questo
caso l'occasione che ha di domare la carne si trasforma piuttosto in
ricerca di piacere. Per i mondi infatti tutti gli alimenti sono mondi 7, ma l'intemperanza li rende tutti immondi.
Digiunare anzitutto dalle liti.
3. Ma soprattutto,
fratelli, digiunate dalle liti e dalle contese. Ricordate il profeta
che rimproverava alcuni con queste parole: Nei giorni di digiuno si
scoprono le vostre vere intenzioni, perché tormentate tutti coloro che
sono a voi soggetti e li colpite con pugni; fate sentire con urli la
vostra voce 8 ed altre cose simili. Dopo averle ricordate tutte conclude: Non è questo il digiuno che io voglio, dice il Signore 9. Se avete voglia di gridare, alzate frequentemente quel grido di cui sta scritto: Con la mia voce ho gridato al Signore 10. Non è, questo, grido di contesa ma di amore, né grido della voce ma del cuore. Non è il grido di cui è detto: Ho aspettato che facesse il giudizio, invece ha operato iniquità e non la giustizia ma il clamore 11. Perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato 12.
Queste sono le due ali della preghiera, con le quali essa arriva fino a
Dio: se a chi sbaglia si perdona l'errore che ha fatto e se si dona a
chi è nel bisogno.
De los "Discrusos" de San Agustín
SERMÓN 205
Traductor: Pío de Luis, OSA
2. En los restantes días tenéis que procurar que vuestros corazones no se carguen con la crápula y el vino6;
en éstos, ayunad también. En los otros días no debéis caer en
adulterios, fornicaciones o cualquier otra corruptela ilícita; en éstos
absteneos también de vuestras mujeres. Lo que ahorráis con vuestro
ayuno, añadidlo a lo que dais en limosna. El tiempo que se empleaba en
cumplir el deber conyugal, dedíquese a la oración. El cuerpo que se
deshacía con afectos carnales, póstrese en pura actitud de súplica. Las
manos que se entrelazaban en abrazos, extiéndanse en oración. Y vosotros
que ayunáis también otros días, aumentad en éstos lo que ya venís
haciendo. Los que a diario crucificáis el cuerpo con la continencia
perpetua, en estos días uníos a vuestro Dios con oraciones más
frecuentes e intensas. Vivid todos concordes, poseed todos la fe y la
fidelidad, suspirando en esta peregrinación por el deseo de aquella
única patria y enfervorizados en su amor. Que nadie envidie en el otro
el don de Dios que él no posee ni se mofe de él. En cuanto a los bienes
espirituales, considera tuyo lo que amas en el hermano, y él considere
suyo lo que ama en ti. Que nadie, bajo capa de abstinencia, pretenda
cambiar antes que atajar los placeres, buscando, por ejemplo, costosos
manjares porque no come carne, o raros licores porque no bebe vino, no
sea que la disculpa de domar la carne sirva para aumentar el placer.
Todos los alimentos son, sin duda, puros para los puros7, pero en nadie es puro el exceso.
3. Ante todo, hermanos, ayunad de porfías y
discordias. Acordaos del profeta que reprobaba a algunos, diciendo: En
los días de vuestro ayuno se manifiestan vuestras voluntades, puesto que
claváis la aguijada a cuantos están bajo vuestro yugo y los herís a
puñetazos; vuestra voz se oye en el clamor8, etc. Dicho lo cual añadió: No es éste el ayuno que yo he elegido, dice el Señor9. Si queréis gritar, repetid aquel clamor del que está escrito: Con mi voz clamé al Señor10.
No es un clamor de lucha, sino de caridad; no de la carne, sino del
corazón. No es aquel del que se dice: Esperaba que cumpliese la justicia
y, en cambio, obró la iniquidad; esperaba la justicia, pero sólo hubo
clamor11. Perdonad, y se os perdonará; dad, y se os dará12. Éstas son las dos alas de la oración con las que se vuela hacia Dios: perdonar al culpable su delito y dar al necesitado.
Bellissima lettura!
RispondiEliminaGrazie cara Mirta!
Buona giornata
Luci@
Ciao Mirta. Da tanto non ti sento. Stai bene? Ti auguro un buon weekend.
RispondiEliminaCiao Carissima Ambra tutto bene solo un po' indafarata. Un abbraccio
EliminaEl mejor de los ayunos es el que dice San Agustín: Ante todo, hermanos, ayunad de porfías y discordias.....Yo al menos me quedo con él.Besicos
RispondiEliminabellissimo post. ciao Mirta, ti auguro un sereno e felice weekend :)
RispondiEliminaCiao Mirta nei tuoi post c'è sempre un incoraggiamento alla riflessione sia per i credenti che per i non credenti, sono comunque molto interessantI1
RispondiEliminaHo visto che sei tornata in giro per i blog, mi fa piacere! Un bacione!
Buon fine settimana cara e grazie per essere passata ada me
RispondiEliminaa presto :D