Dai "Discorsi" di Sant'Agostino Vescovo
DISCORSO 221
SULLA NOTTE SANTA
Gioia e splendore di questa santissima notte.
1. Siccome il
Signore nostro Gesù Cristo ha reso glorioso con la sua risurrezione il
giorno che aveva reso luttuoso con la morte, noi, rievocando i due
momenti in un'unica commemorazione solenne, vegliamo ricordando la sua
morte, esultiamo aspettando la sua risurrezione. Questa è la nostra
festa annuale, questa è la nostra Pasqua, non più figurata
nell'uccisione dell'agnello, come per il popolo antico, ma portata a
compimento per il popolo nuovo nell'immolazione del Salvatore, perché Cristo nostra Pasqua, è stato immolato 1, e le cose vecchie son passate ed ora ne sono nate delle nuove 2. È se piangiamo è per il peso dei nostri peccati, e se esultiamo, è perché giustificati dalla sua grazia, perché egli è stato messo a morte per i nostri peccati, ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione 3.
Per quelli piangiamo, di questo ci rallegriamo, e sempre siamo nella
gioia. Quanto per causa nostra e a nostro vantaggio è stato compiuto di
triste o anticipato di lieto, non lo lasciamo passare con ingrata
dimenticanza, ma lo celebriamo con riconoscente memoria. Vegliamo
dunque, carissimi, perché la sepoltura di Cristo si è protratta fino a
questa notte, cosicché proprio in, questa notte è avvenuta la
risurrezione di quella sua carne che allora fu oltraggiata sul legno,
adesso è adorata in cielo e sulla terra. Naturalmente questa notte si
considera come facente parte del giorno di domani, che per noi è il
giorno del Signore. Ed era opportuno che risorgesse di notte, perché con
la sua risurrezione ha rischiarato le nostre tenebre; non per nulla già
poco tempo prima si cantava a lui: Illuminerai la mia lampada, Signore; mio Dio, illuminerai le mie tenebre 4.
Così la nostra stessa pietà mette in risalto questo mistero così
grande; come la nostra fede, rafforzata dalla sua risurrezione, è già
sull'attenti, così anche questa notte, già così piena di luci, sia ancor
più luminosa per il nostro vegliare, in modo che noi, insieme a tutta
la Chiesa diffusa per il mondo intero, possiamo badare in modo giusto a
non esser trovati nella notte. Per tanti e tanti popoli, che dovunque
questa fulgida solennità ha radunato insieme nel nome di Cristo, il sole
è già tramontato, ma il fulgore non se n'è andato, perché a un cielo
pieno di luce ha fatto seguito una terra ugualmente piena di luce.
De los "Discrusos" de San Agustín
SERMÓN 221
Traductor: Pío de Luis, OSA
El día y la noche
1. Con su resurrección, nuestro Señor Jesucristo convirtió en glorioso el día que su muerte había hecho luctuoso. Por eso, trayendo solemnemente a la memoria ambos momentos, permanezcamos en vela recordando su muerte y alegrémonos acogiendo su resurrección. Ésta es nuestra fiesta anual y nuestra Pascua; no ya en figura, como lo fue para el pueblo antiguo, mediante el degüello de un cordero1, sino realizada, como para el pueblo nuevo, mediante el sacrificio del Salvador, pues Cristo, nuestra Pascua, ha sido inmolado2, y lo antiguo ha pasado, y he aquí que todo ha sido hecho nuevo3. Si lloramos es sólo porque nos oprime el peso de nuestros pecados y si nos alegramos es porque nos ha justificado su gracia, pues fue entregado por nuestros pecados y resucitó para nuestra justificación4. Llorando lo primero y gozándonos de lo segundo, estamos llenos de alegría. No dejamos que pase inadvertido con olvido ingrato, sino que celebramos con agradecido recuerdo lo que por nuestra causa y en beneficio nuestro tuvo lugar: tanto el acontecimiento triste como el anticipo gozoso. Permanezcamos en vela, pues, amadísimos, puesto que la sepultura de Cristo se prolongó hasta esta noche, para que en esta misma noche tuviera lugar la resurrección de la carne que entonces, cuando estaba en el madero, fue objeto de burlas y ahora es adorada en cielo y tierra.
Se entiende, en efecto, que esta noche pertenece al día siguiente que consideramos como día del Señor. Ciertamente debía resucitar en las horas de la noche, porque con su resurrección ha iluminado también nuestras tinieblas y no en vano se le había cantado con tanta anticipación: Tú iluminarás mi lámpara, Señor; Dios mío, tú iluminarás mis tinieblas5.
También nuestra devoción hace honor a tan gran misterio, para que como nuestra fe, corroborada por su resurrección, está ya despierta, así también esta noche, iluminada por nuestra vigilia, resplandezca tanto que, junto con la Iglesia extendida por todo el orbe de la tierra, hoy podamos pensar, como es debido, en no ser hallados en la noche. Para tantos y tantos pueblos que, bajo el nombre de Cristo, congregó por doquier esta célebre solemnidad se puso el sol, pero sin dejar de ser de día, pues la luz de la tierra tomó el relevo de la luz del cielo.
Cara Mirta, domani si festeggia la domenica di Pasqua, io voglio forti tanti e tanti auguri che Cristo risorto possa dilagare una pace per tutto,il travagliato nostro mondo.
RispondiEliminaTomaso
Carissima,il mio augurio più affettuoso, per una Pasqua che sia rinascita per tuti.
RispondiEliminaUn dolce abbraccio
Luci@
FELIZ PASCUA DE RESURRECCIÓN A TÍ TAMBIEN.BESICOS PASCUALES
RispondiEliminaFeliz Pascua de Resurrección Mirta. Un fuerte abrazo y buena semana. @Pepe_Lasala
RispondiEliminaUn abbraccio ed un augurio...
RispondiEliminaBaci
non ricordavo tante cose sulla Pasqua, grazie le posso vedere su una luce diversa
RispondiEliminaFeliz Pascua de Resurrección mi querida Mirta y que este año de la Misericordia nos envuelva más al amor de Dios.
RispondiEliminaUn abrazo