Cristo Bambino e Verbo.
Sant'Agostino Discorso 190 qua
3. 3. Ambedue i
sessi rinascano quindi in colui che oggi è nato e celebrino questo
giorno. In questo giorno Cristo Signore non cominciò ad esistere ma,
esistendo da sempre presso il Padre, portò alla luce di questo mondo il
corpo che prese dalla madre; donò alla madre la fecondità, non le tolse
l'integrità. Viene concepito, nasce, è infante. Chi è questo infante? -
Si dice infante infatti perché non può favellare, cioè parlare -. È
infante e nello stesso tempo è Verbo. Tace in quanto infante ma insegna
per mezzo degli angeli. Viene annunziato ai pastori colui che è principe
e pastore dei pastori e giace in una mangiatoia come foraggio per i
giumenti fedeli. Era stato predetto per mezzo del profeta: Il bue ha conosciuto il suo proprietario e l'asino la mangiatoia del suo padrone 6.
Perciò sedette sopra un asinello quando entrò a Gerusalemme tra le
acclamazioni di una moltitudine di gente che lo precedeva e lo seguiva 7.
Riconosciamolo anche noi, accostiamoci anche noi alla mangiatoia,
mangiamo anche noi il foraggio, portiamo su di noi il Signore, colui che
ci regge, per arrivare, dietro alla sua guida, alla Gerusalemme
celeste. La nascita di Cristo dalla madre è avvenuta nella debolezza, ma
la nascita di Cristo dal Padre è avvenuta nella potenza. Cristo ha
avuto nei giorni temporali un giorno temporale; ma lui è il giorno
eterno sorto dal giorno eterno.
Cristo si è fatto debole per farci forti.
3. 4. Giustamente la voce del suo Salmo ci accende di fervore, come voce di tromba celeste, quando ascoltiamo: Cantate al Signore un canto nuovo; canta al Signore, terra tutta; cantate al Signore e benedite il suo nome 8. Riconosciamo e annunziamo il giorno da giorno, che
è nato nella carne in questo giorno terreno. Giorno Figlio dal Giorno
Padre, Dio da Dio, luce da luce. Questa è infatti la salvezza di cui si
parla in un altro Salmo: Dio ci sia propizio e ci benedica, ci mostri
sereno il suo volto; perché ci siano note sulla terra le tue vie, la
tua salvezza fra tutte le genti 9. Il concetto espresso prima con le parole sulla terra lo ripete poi con l'espressione fra tutte le genti; e quanto prima ha detto con la tua via lo ripete con l'espressione la tua salvezza. Ricordiamo che lo stesso Signore ha detto: Io sono la via 10.
E quando poco fa ci è stato letto il Vangelo, abbiamo udito che al
fortunato vecchio Simeone era stato rivelato da Dio che non avrebbe
assaggiato la morte prima di aver visto il Cristo del Signore. Costui,
preso tra le braccia Cristo bambino e riconosciuto nel piccolo il grande
Signore, esclamò: Ora lascia, Signore, che il tuo servo se ne vada
in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua
salvezza 11. Proclamiamo dunque - ed è bene che lo facciamo - il giorno da giorno, la sua salvezza. Proclamiamo tra le genti la sua gloria, fra tutti i popoli le sue meraviglie 12.
Egli giace in una mangiatoia, ma contiene l'universo intero; succhia da
un seno, ma è il pane degli angeli; è avvolto in pochi panni, ma ci
riveste dell'immortalità; viene allattato, ma viene adorato; non trova
riparo in un albergo, ma si costruisce il tempio nel cuore dei suoi
fedeli. Perché la debolezza divenisse forte la fortezza si è fatta
debole. Perciò non solo non disprezziamo, ma anzi ammiriamo ancor più
anche la sua nascita nel corpo e in questo evento riconosciamo quanto
una così grande dignità si sia umiliata per noi. Con questa
considerazione accendiamo di carità i nostri cuori per poter arrivare
alla sua vita eterna.
3. 3. Renazcan, por tanto, uno y otro sexo en
el que ha nacido hoy y celebren este día. No el día en que Cristo el
Señor comenzó a existir, sino aquel en que el que existía desde siempre
junto al Padre mostró a esta luz la carne que recibió de su madre, madre
a la que otorgó la fecundidad sin privarla de la integridad. Es
concebido, nace, es un «infante». ¿Quién es este «infante»? Se llama
«infante» al niño que aún no puede expresarse, es decir, hablar. Por
consiguiente, es un niño que aún no habla, y es la Palabra. Calla por
medio de la carne, pero enseña sirviéndose de los ángeles. Se anuncia a
los pastores el príncipe y el pastor de los pastores y yace en el
pesebre como vianda de los fieles, su montura. Lo había predicho el
profeta: Reconoció el buey a su dueño, y el asno el pesebre de su señor3.
Por eso se sentó sobre un pollino cuando entró en Jerusalén en medio de
las alabanzas de la muchedumbre que lo precedía y seguía.
Reconozcámoslo también nosotros, acerquémonos al pesebre, comamos la
vianda, llevemos a nuestro señor y guía, para que bajo su dirección
lleguemos a la Jerusalén celeste. El nacimiento de Cristo de madre es la
majestad hecha débil, el nacimiento de Padre es la majestad desplegada.
Tiene un día temporal en los días temporales, pero él es el Día eterno
que procede del Día eterno.
4. Con razón nos enardecemos con la voz del salmo, como si fuera una trompeta celeste. En él oímos: Cantad al Señor un cántico nuevo; cantad al Señor, tierra entera; cantad al Señor y bendecid su nombre4. Reconozcamos, pues, y anunciemos al Día del Día
que nació en la carne en este día. Día Hijo nacido del Día Padre, Dios
de Dios, Luz de Luz. Él es la salvación de la que se dice en otro lugar:
Dios tenga misericordia de nosotros y nos bendiga, ilumine su rostro
sobre nosotros, para que conozcamos en la tierra tu camino y en todos
los pueblos tu salvación5. Primero dijo: en la tierra; luego repitió lo mismo con estas palabras: en todos los pueblos. Primero dijo: tu camino, y luego lo reiteró: tu salvación.Recordamos que el mismo Señor dijo: Yo soy el camino6.
Y, cuando ahora leímos el evangelio, escuchamos que el bienaventurado
anciano Simeón había recibido un oráculo divino según el cual no
probaría la muerte hasta no ver al Ungido del Señor7. El anciano, tras haber tomado en sus manos a Cristo aún sin habla y haber reconocido la grandeza del pequeño, dijo: Ahora, Señor, dejas a tu siervo en paz, según tu palabra, pues mis ojos han visto tu salvación8. Anunciemos, pues, debidamente al Día del Día, su salvación. Anunciemos en los pueblos su gloria, en todas las naciones sus maravillas9.
Yace en un pesebre, pero contiene al mundo; toma el pecho, pero
alimenta a los ángeles; está envuelto en pañales, pero nos reviste de
inmortalidad; es amamantado, pero adorado; no halla lugar en el establo,
pero se construye un templo en los corazones de los creyentes. Para que
la debilidad se hiciera fuerte, se hizo débil la fortaleza. Sea objeto
de admiración, antes que de desprecio, su nacimiento en la carne y
reconozcamos en ella la humildad, por causa nuestra, de tan gran
excelsitud. Encendamos en ella nuestra caridad para llegar a su
eternidad.
San Agustín Homeléticas Sermón 190 acá
Ciao Mirta, tanti auguri di un sereno anno nuovo!
RispondiEliminaCarmen
Cara Mirta, è arrivato il 2017 e speriamo che porti tanta fortuna che noi tutti ne abbiamo tanto bisogno, per dimenticare che il 2016 ci ha lasciato con tanti disastri catastrofici e terrorismo.
RispondiEliminaCiao e buon anno ancora cara amica.
Tomaso
Un felice 2017 per te e famiglia.
RispondiEliminabuon anno Mirta e un grande abbraccio Lory
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